Score
CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'
Conclusione : Nudo e crudo
Un giovane cantautore, la sua chitarra e le tante emozioni con le quali si mette a nudo al cospetto dei suoi ascoltatori. Quando ci hanno recapitato questo disco di LinFante (nome d’arte di Stefano Scrima), sono stati necessari vari ascolti per apprezzare appieno tutti i brani che lo compongono, perché forse al giorno d’oggi siamo abituati ad ascoltare e pensare la musica come un ricercato mosaico di suoni, arrangiamenti e accurati processi di missaggio e di pulizia digitale. Il lavoro che ci presenta Linfante è agli antipodi di tutto ciò, Non mi piace niente è una sequenza di canzoni che vengono esposte così come se fossero nate in quel momento, e come se in quel momento l’artista stia provando quelle emozioni che ci sta trasmettendo: rabbia, malinconia, inquietudini, sentimenti. Il comunicato stampa che accompagna la presentazione del disco ben dice: “Le parole sono organi fuori dalla pelle e gli organi i sentimenti che rimangono sulla punta dei piedi.”
Piuttosto ermetico il testo del pezzo di apertura, Pelagiano: “Palestrato Dio prendi il sangue mio, a pugni fino a che non sarò figlio tuo, io mi innamorerò del mio stomaco, uccido lacrime, mangiando fragole, con troppo zucchero …”. Improvvise e veementi sono le accelerazioni della voce e l’irruenza che il cantautore scarica sulla chitarra. Il brano successivo invece, L’invidia, gioca con ironia sul tema della povertà e della ricchezza, ed anche l’aria della canzone è più giocosa. Ironica e godibilissima anche Chiudo gli occhi e non penso a te, dove fa capolino un’armonica a bocca, così come nella successiva Bile nera, dall’atmosfera molto intimista, forse la traccia da noi preferita dell’intero lavoro: “Un doloso arrivederci, sussurrato con la punta dei piedi, e il mare come altare, e disgustoso dispiacere, splendo ancor, splendo ancora… Voglio vivere per sempre nel centro del tuo incendio, fammi vivere per sempre, fammi vivere per sempre nel centro, del tuo incendio”. Un menestrello moderno e, contemporaneamente d’altri tempi, in Medievalità: “… Perché amo i luoghi comuni, la medievalità, ascolto le stesse canzoni, perché so l’effetto che fa…”. L’inizio quasi sussurrato di Deliquio invece sembra preannunciare una ballata, ma pian piano anche in questo brano prende corpo la rabbia, anticipata ansiosamente da un crescendo del pathos. Paglia è un’altra composizione viscerale, una sorta di confronto conflittuale con se stesso che viene ora espresso, ora represso, e trova lo sfogo in un misto tra rabbia ed inquietudine. Torna l’armonica a dare un tocco folk nella più leggera e orecchiabile Mentisenti a cui si contrappone invece l’allucinata e smaniosa Non mi piace niente, che trasmette un senso di insoddisfazione tale da tradursi in voglia di annullarsi, di morire. Muoio di sonno è infine il brano che chiude l’album, riprendendo il tema dell’insoddisfazione e dell’insofferenza, ma con una maggior lucidità e consapevolezza.
Non mi piace niente è il valido album di esordio di un giovane cantautore che, attingendo alla tradizione e amando molto gli autori del passato, esprime con puntualità il presente. Il disco, registrato da Fabio “Flex” Guarneri presso La Maison Studio di Cremona uscirà il prossimo 10 aprile per la Sinusite Records.
Tracklist:
01. Pelagiano
02. L’invidia
03. Chiudo gli occhi e non penso a te
04. Bile nera
05. Medievalità
06. Deliquio
07. Paglia
08. Mentisenti
09. Non mi piace niente
10. Muoio di sonno