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Le porte non aperte – Golem – Ma.Ra.Cash records, 2013 (di Stefano Capolongo)

"tra libero arbitrio e condizione forzata questo disco racconta il sogno di un uomo che, re della propria esistenza, si trova a perdere il controllo del suo io, costretto davanti ad una serie di scelte per lui già costruite che lo portano a mettere in dubbio la sua logica e le ragioni della sua natura" Le porte non aperte, 2013 Il progressive rock, si sa, non è un terreno facile. Non è semplice ascoltare i suoi innumerevoli cambi di tempo, le sue lunghe suite, i suoi lunghi assoli e le sue tematiche sovente oniriche, spesso per la poca pazienza…

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tra libero arbitrio e condizione forzata questo disco racconta il sogno di un uomo che, re della propria esistenza, si trova a perdere il controllo del suo io, costretto davanti ad una serie di scelte per lui già costruite che lo portano a mettere in dubbio la sua logica e le ragioni della sua natura”
Le porte non aperte, 2013

Il progressive rock, si sa, non è un terreno facile. Non è semplice ascoltare i suoi innumerevoli cambi di tempo, le sue lunghe suite, i suoi lunghi assoli e le sue tematiche sovente oniriche, spesso per la poca pazienza e per la vocazione sempre più ricorrente della musica “mordi e fuggi”. La tendenza, dunque, specie in Italia dove nel passato si è consolidata una delle scuole prog più importanti del mondo, è quella del rinnovamento, ovvero di un rock progressivo fortemente contaminato ora dal metal ora dall’elettronica per cercare di andare oltre (e ditemi se questo non è progressive) certi stilemi già ampiamente digeriti. Nonostante questa missione artistica che molti gruppi intraprendono, nella penisola c’è ancora chi ama cimentarsi con sonorità più barocche, articolate sia nelle tessiture musicali che nelle tematiche. Ed è così che sta sorgendo la “terza generazione”, passatemi il termine, del progressive che in Italia è rapresentato da nomi importanti come quello di Fabio Zuffanti (Maschera di Cera, Hostsonaten tra gli altri), Silver Key, Unreal City, Periferia del mondo e, tra gli ultimi in ordine di tempo la band di cui parleremo oggi: i fiorentini Le porte non aperte. Prodotti dalla progressivissima e prolifica Ma.Ra.Cash records, sono giunti a Gennaio alla pubblicazione del loro album d’esordio, Golem.

Un bellissimo lavoro di grafica ci conduce subito in un mondo all’apparenza immaginario ma che poi scopriremo essere quanto mai vero e attuale: un castello in mezzo al mare pieno di vicoli, salite e arzigogoli quasi a rappresentare una mente instabile, confusa. Con le prime due tracce Preludio al sogno e Il re del niente la band ci introduce dapprima con un piano soft e poi con un’esplosione di tastiere all’incontro con l’alterigia del re del niente, convinto di possedere tutto e di avere il potere assoluto, ben evidenziata dalla voce blues di Sandro Parrinello e dal flauto traverso di Marco Brenzini. L’impatto è forte, tanto quanto il saggio richiamo alle sonorità dell’italico prog, quello dei Jumbo in particolare. Ma cosa possiede veramente il re del niente e cosa possediamo davvero noi esseri umani moderni? Oggetti, futilità e falso benessere ma non più sogni e illusioni: quando il re si accorge di ciò decide di rendere partecipe il proprio popolo (La città delle terrazze) ma si accorge che anche i suoi sudditi sono afflitti dallo stesso morbo. Risveglierà la loro coscienza un treno (Binario 8) che, passando, li condurrà alla libertà. Il re (o Golem, essenza pura della marionetta vittima del fato)invece, impossibilitato a liberarsi incontrerà poi la suo alter ego, Il Rigattiere dei Sogni Infranti che lo costringerà ad un viaggio di pentimento nell’Oceano (Oceano – Nel canto della sirena, tagliata a metà da uno stupendo assolo gilmouriano) alla fine del quale riacquisterà la libertà ma in un mondo che inevitabilmente, per mano della tecnologia (Animale del deserto pt.1 – La rivolta della tartaruga Elsie) ritorna schiavo di se stesso.

Dopo un primo ascolto c’è chi potrebbe storcere il naso davanti a tanto barocchismo, ma a noi tanto è bastato per accorgerci della bontà di questo lavoro.
Molte le citazioni del progressive che ha fatto storia, da ELP ai Jethro Tull, dagli Osanna ai già citati Jumbo, dai Perigeo al Biglietto per l’inferno: un mix di contaminazioni blues, psichedeliche con una particolare attenzione alle chitarre, utilizzate in veste pienamente hard. Una fine texture che sorregge tematiche anch’esse importanti: l’intero album è ispirato al manifesto de “Gli imprevedibili“, un piccolo movimento filo-anarchico di intellettuali toscani negli anni ’60-’70 e affronta problematiche attualissime come la perdita dell’identità e la crisi dei valori del mondo moderno.
Golem è un concept imponente, ben strutturato, colto, stimolante, efficace, raffinato e ben calato nell’attualità. Il secondo capitolo è in cantiere e vedrà la luce probabilmente già entro il 2013: ci sentiamo di consigliarvelo in anticipo.
Le porte non aperte sono: Sandro Parrinello (voce), Marco Brenzini (Flauto traverso), Daniele Cancellara (Basso), Jacopo Fallai (Chitarra), Filippo Mattioli (Tastiere), Giulio Sieni (Batteria)
Tracklist:
 
1. Preludio al sogno
2. Re del niente
3. La città delle terrazze
4. Binario 8
5. Il vicolo dei miracoli
6. Rigattiere dei sogni infranti
7. Nemesi
8. Oceano – Nel canto della sirena
9. Giardini di sabbia
10. Animale del deserto Pt.1 – La rivolta della tartaruga Elsie-
    Animale del deserto Pt.2
11. Imprevedibilità


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