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Nadàr Solo live @ Circolo degli Artisti (testo e foto di Simone Giuliani)


Che si tratti di sofferenza, gioia, tristezza o consolazione l’amore è lo scoglio a cui ogni artista prima o poi si aggrappa. Alcuni ci costruiscono intere case, altri solo piccole capanne per due, altri ancora dei veri e propri castelli di carta così fragili da essere destinati a crollare. I Nadàr Solo ci offrono una visione sfumata di un amore amaro. Sentimenti che ti stringono il cuore così tanto da far annegare nella melma anche un orgoglio ormai tramortito. Questa sera il trio torinese, purtroppo orfano di Pierpaolo Capovilla a causa di un grave lutto familiare, ci propone un sound che varia dalla ballata al riff rock, un mix tra elettricità e melodia, rimanendo però sempre su frequenze orecchiabili, insomma un misto di Zen Circus e Criminal Jockers. Matteo De Simone voce/basso, Federico Puttilli chitarra e Alessio Sanfilippo alla batteria presentano il loro ultimo lavoro intitolato Diversamente, come? Il live inizia con i primi due brani dell’album. Non conto gli anni è un rock veloce con un ritornello punk che si infila nella nostra mente con estrema facilità. Si proseguie con il ritmo perforante ed eclettico di Tra le piume. Un basso, spesso pulsante, che ricorda quasi le linee postpunk/goth inglesi degli eighties e la batteria sempre ben definita e martellante danno vita al brano Stato Maggiore. 
Maggio Giugno Luglio è una favola moderna di quella quotidianità che con il linguaggio dell’alternative rock italiano ci canta dell’amore finito, di quello mai iniziato e di quello da sempre bramato. Tuttavia il trio non fa mancare i momenti più dolci e pacati come nel brano 5 Secondi, che sembra una continuazione di Luna dei Verdenadove è la bella voce di Matteo a farla da padrone. Durante la performance si sentono anche le sonorità dei Ministri, Marlene Kuntz e de Il Teatro Degli Orrori.  
Questi ultimi li ritroviamo ne Il Vento, brano scritto con Pierpaolo Capovilla che rappresenta un po’ tutto il disco, costruito su scambi di chitarra-basso-batteria, ritornelli accattivanti e mood malinconici. La canzone sembra contenere l’interrogativo, di chi rimanendo troppo a lungo senza amore, un giorno sente il vento tornare a soffiare, riportando l’amore. In tal caso saremo pronti a ricominciare? Questo, in fondo, è l’interrogativo inquieto che attraversa, a partire dal titolo, l’intero album. In 7 anni sono le note della chitarra di Federico a dirigere i lavori accompagnando la voce di Matteo. Il live si conclude con Novenovembre pezzo proveniente dal loro primo album e alla fine del brano Alessio si diverte a togliere il crash dall’asta lanciandolo al centro del palco… si vede che non gli serviva più!  Nonostante la serata uggiosa la sala del Circolo Degli Artisti è abbastanza piena e il pubblico ha assistito con molta attenzione ad una performance eccelsa, ben bilanciata tra i passaggi più melodici e il rock ad alto volume. Nonostante i Nadàr Solo siano al loro terzo album ancora si sentono le forti influenze dei gruppi che abbiamo citato. Probabilmente gli ci vorrebbe la voglia di slegarsi definitivamente dai modelli di riferimento per osare qualcosa in più.


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