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Mia Wallace live e pre-live @ INIT Club (testo di Laura Dainelli, foto di Matteo Pizzicannella)


Il palco dell’INIT Club ospita un programma che vede in cartellone Mia Wallace, S.U.F.I. ed Ilenia Volpe, scatenando una raffica di Rock-Indie per tutti i gusti. Vista la recente uscita di Va Meglio, primo vero disco della band capitanata da Alessandra Annibali, abbiamo deciso di concentrarci sulla band headliner per cercare di raccontarvele con gli occhi di Relics e scambiare quattro chiacchiere con loro.



Prima parte: Relics Interwiev!
Relics: Complimenti in primis per il vostro full-lenght autoprodotto, che abbiamo ascoltato attentamente e molto apprezzato! Cominciando proprio da qui, domanda forse un po’ banale ma come mai solo ora un full-lenght autoprodotto dopo tanti anni di percorsi di vita insieme e live di successo? 
Mia Wallace: Ciao e grazie a voi per l’ascolto con orecchio così interessato. E’ vero, abbiamo aspettato circa dieci anni di vita della band per questo disco, che ovviamente porta dentro di sé tanto di questo periodo, dei pezzi in questi anni composti e suonati dal vivo tante volte, e più in generale dei “nostri” dieci anni di vita, un pezzetto di strada fatto insieme e delle emozioni vissute. Se abbiamo aspettato tanto è stato da un lato per motivi pratici/economici ma da un altro lato sentivamo che era finalmente il momento giusto. Dopo l’arrivo di Pasquale, il nostro batterista, la band infatti si è rinforzata molto, ci siamo uniti ancora di più ed è come se qualcosa che avevamo già maturato e coltivato dentro fosse ormai pronto.

L’etichetta con cui abbiamo registrato è la Ufo Hi-fi, che utilizza logiche tipiche dell’autoproduzione anziché della tradizionale casa discografica, e questo ci ha davvero convinto.


Relics: I testi e la musica sono caratterizzati al tempo stesso da rabbia, malinconia, grinta e poesia che si amalgamano nella giusta quantità con un effetto finale magnifico. Da dove vi viene principalmente l’ispirazione per scriverli? Intendo dire: quali esperienze di vita vissuta, direttamente o indirettamente, vi colpiscono di più e vi fanno sentire più d altre la necessità quasi impellente di tradurle in musica?

Mia Wallace: Grazie per aver notato tutto questo, sì in effetti ci sono tante sensazioni diverse e tutte molto forti che portano a creare un testo. Nei primi anni della band era sempre Alessandra (frontman e cantante n.d.r.)a buttare giù un testo e poi a proporlo in sala prove, per riarrangiarlo successivamente insieme.
Ultimamente invece la sinergia è maggiore, un’idea viene discussa e lavorata maggiormente tutti insieme prima di dargli una forma, e in più abbiamo nell’album due pezzi – rispettivamente Giù al nord e Divina e fragile – scritti integralmente l’uno da Micol e l’altro da Valentina, bassista e chitarrista della band. Quindi come si può notare siamo sempre più una squadra anche da questo punto di vista.

Relics: L’amicizia tra di voi che ruolo ha? E’ nata prima o dopo la formazione della band o parallelamente ad essa? Ed in che modo questi anni di lavoro musicale a stretto contatto l’hanno più o meno cementata?

Mia Wallace: Sicuramente, e anche ovviamente per esperienza personale, un buon rapporto a livello umano è importantissimo. Sintonia e complicità si sente eccome, sia in un pezzo scritto sia in un live. Non si può prescindere da queste. Inoltre, quello che è importante secondo noi è avere a che fare con personalità forti e che hanno tanto da dire ma che siano disposte al lavoro di squadra ed alla mediazione e il compromesso che spesso questo comporta. Mediazione infatti non è sinonimo di debolezza ma di maturità. Noi pensiamo di aver raggiunto un buon livello del nostro percorso come band sotto questo aspetto, ma certo continuiamo a lavorarci ogni giorno, anche perché in quanto tre donne siamo anche abbastanza “uterine” (ahahah risata generale… sì, ci siamo capite…) e il povero Pasquale da bravo maschietto lo è di meno ma si è adattato in fretta a convivere bene con queste tre matte; a volte anche a conciliare i nostri spiriti un po’ agitati e lunari. Sarà anche per questo che con il suo arrivo nel gruppo la band ha conosciuto il definitivo salto d qualità?(Si sente in sottofondo Pasquale che protesta ridendoed alzando gli occhi al cielo).

Relics: Di tutti i live con nomi importanti del panorama italiano che avete aperto e per i quali avete sempre ricevuto critiche meravigliose e molto sentite, di quali avete un ricordo più emotivamente intenso e perché?

Mia Wallace: Abbiamo un ricordo molto bello di tanti live e di tanti musicisti con cui abbiamo suonato. Forse, dovendo proprio dirne uno, l’evento più emozionante è stato Nel Nome Del Rock 2012, sullo storico palco di Palestrina, più che altro perché tante volte avevamo sognato quel palco splendido da spettatori e non avremmo mai pensato d salirci come band! E poi anche perché è stato un onore aprire la serata ad un’altra band italiana che stimiamo molto, sia come persone sia come musicisti, ossia i Management del Dolore Post-operatorio.
 

Relics: New wave, punk-rock e molto altro è stato detto di voi.. ma come vi autodefinireste se doveste farlo descrivendo quello che più avete dentro e che sentite vi rappresenti?  

Mia Wallace: Beh siamo abbastanza insofferenti alle “etichette a tutti i costi” che in effetti i più tendono a dare.. infatti il più delle volte ci ridiamo su, che è la miglior cosa in molte circostanze. Veniamo tutti e quattro da influenze musicali e percorsi individuali talmente diversi che se da un lato ci piacerebbe catalogarci in un genere preciso, per poter risultare magari di più facile ed immediato impatto con il pubblico, dall’altro lato ascoltandoci credo che non sia proprio possibile, sarebbe una forzatura.

Relics: Grazie per la bella chiacchierata e per il vostro tempo. Concludiamo consigliando l’ascolto di Va meglio delle Mia Wallace!

Mia Wallace:
Grazie a voi e a molto presto! Ci fa piacere salutarci ricordando l’uscita del nostro video Va meglio, che presentiamo qui all’INIT Club in anteprima stasera subito dopo il live, girato dal nostro amico regista Fabrizio Gallucci, che cogliamo l’occasione per ringraziare ancora per il lavoro,la collaborazione e l’amicizia.

E poi che continueremo sicuramente a suonare tanto in giro, a maggior ragione ora che abbiamo un nostro album, presentandolo come si deve. Stiamo inoltre studiando dei ri-arrangiamenti acustici per i nostri brani, in modo da rinnovarci e proporci anche a target di pubblico sempre nuovi, tenendo sempre con grande affetto a quanti già ci seguono con tanto accanimento.


In conclusione, Relics resterà sicuramente sintonizzato sul vostro canale, non resta che stare a vedere cosa succede.

Seconda parte: Relics  live!
 

Il concerto che ha seguito di pochi minuti la nostra intervista ha ampiamente confermato quanto avevamo avuto modo di capire delle Mia Wallace ascoltando il loro disco e parlando con loro: ovvero la loro carica carismatica incredibile che le contraddistingue, la forte sintonia come band tra i quattro componenti, un giusto incazzarsi quando serve nel dire le cose a modo loro e con la stessa immediatezza con cui le vivono e le sentono dentro.

Il primo pezzo, Va meglio, è quello che dà anche il titolo all’album e di cui a fine live avremo l’anteprima del video. Alessandra commenta così: “Si chiama Va meglio perché viene fuori da un periodo di merda!”. Risata generale, e si rompe così il ghiaccio con il pubblico che, se fino a quel momento era quasi un osservatore incuriosito ma un po’ distaccato, si trasforma ora in un attore più coinvolto, e sempre più affascinato. Si continua, per rimanere in tema di come affrontare momenti tosti per poi rialzarsi, con Tutto tranne che leggerezzaper seguirecon la “rockissima“ Six shooters (complimenti al batterista!!), per passare poi alle cover; stupefacenti in quanto, come la stessa Alessandra dice sul palco “Mi sa che noi siamo l’unica band in grado di cantare Paranoid e poi Kilye minogue versione rock in uno stessa serata vero?“.  
Beh, in effetti può darsi, ma proprio per questo risulta una band ancora più eclettica ed inarrestabile nel suo temperamento e nella sua carica comunicativa. Si passa poi alla drammatica Dura madre, dalle parole così crude e brutali da un lato ed ammorbidite dall’altro, dal fatto che molti accennano a ballare: la sala si è riempita ed intorno a noi l’entusiasmo cresce. Il contrasto tra il divertimento  crescente e la durezza del testo si amalgama bene dai giri di basso e chitarre che conclamano veramente se stesse ora, dandoci conferme importanti su quanto vale la band, ma di cui non è che avessimo tanto bisogno.

L’esibizione delle Mia Wallace si conclude con Divina e fragile, unico pezzo scritto interamente da Valentina e che dimostra un’interiorità pazzesca e degli arrangiamenti degni dei più grandi musicisti, per poi passare al “vero” gran finale, il momento che la band questa sera ha vissuto con altrettanta emozione del live, ma forse con ancora maggiore trepidazione. Si tratta infatti della programmazione in via ufficiale e per la prima volta del loro primo video: esperienza per loro nuovissima, al contrario del live. Certo, è vero che anche ai live non si fa mai l’abitudine perché ogni volta danno un’adrenalina a chi è sul palco diversa e sempre intensa, e le Mia Wallace hanno dato prova in questa dimensione di cavarsela alla grande, in tanti anni di importanti esibizioni live.

Ora possiamo semplicemente aggiungere che non sono da meno neanche nella dimensione video: il video di Va meglio, proiettato su un maxi schermo sotto il palco, riscuote grande calore e consenso, e rimaniamo tutti un po’ incuriositi ed un po’ affascinati dalla grinta che questo viedo trasmette. 
C’è una rabbia forte, donne che corrono e che quasi arrivano alle mani, ma la dimensione che si percepisce è quella della lotta non fine a se stessa bensì quella per affermare il proprio io, i propri diritti calpestati davanti a quello che ognuno di noi ritiene di valere, ma che non viene compreso, dando l’idea di persone che non hanno paura di incazzarsi quando è giusto farlo. E di questo periodo mi sa che ogni tanto ci sta eh! Grazie quindi alle Mia Wallace per averci ricordato il concetto, ma soprattutto per essere riuscite a esprimere e a trasmettere cosi tanto con la loro musica e la loro umanità.

Un ringraziamento speciale allo staff dell’INIT Club per averci ospitato durante questo evento


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