L’etichetta con cui abbiamo registrato è la Ufo Hi-fi, che utilizza logiche tipiche dell’autoproduzione anziché della tradizionale casa discografica, e questo ci ha davvero convinto.
Relics: I testi e la musica sono caratterizzati al tempo stesso da rabbia, malinconia, grinta e poesia che si amalgamano nella giusta quantità con un effetto finale magnifico. Da dove vi viene principalmente l’ispirazione per scriverli? Intendo dire: quali esperienze di vita vissuta, direttamente o indirettamente, vi colpiscono di più e vi fanno sentire più d altre la necessità quasi impellente di tradurle in musica?
Mia Wallace: Grazie per aver notato tutto questo, sì in effetti ci sono tante sensazioni diverse e tutte molto forti che portano a creare un testo. Nei primi anni della band era sempre Alessandra (frontman e cantante n.d.r.)a buttare giù un testo e poi a proporlo in sala prove, per riarrangiarlo successivamente insieme.
Ultimamente invece la sinergia è maggiore, un’idea viene discussa e lavorata maggiormente tutti insieme prima di dargli una forma, e in più abbiamo nell’album due pezzi – rispettivamente Giù al nord e Divina e fragile – scritti integralmente l’uno da Micol e l’altro da Valentina, bassista e chitarrista della band. Quindi come si può notare siamo sempre più una squadra anche da questo punto di vista.
Relics: L’amicizia tra di voi che ruolo ha? E’ nata prima o dopo la formazione della band o parallelamente ad essa? Ed in che modo questi anni di lavoro musicale a stretto contatto l’hanno più o meno cementata?
Relics: Di tutti i live con nomi importanti del panorama italiano che avete aperto e per i quali avete sempre ricevuto critiche meravigliose e molto sentite, di quali avete un ricordo più emotivamente intenso e perché?
Mia Wallace: Abbiamo un ricordo molto bello di tanti live e di tanti musicisti con cui abbiamo suonato. Forse, dovendo proprio dirne uno, l’evento più emozionante è stato Nel Nome Del Rock 2012, sullo storico palco di Palestrina, più che altro perché tante volte avevamo sognato quel palco splendido da spettatori e non avremmo mai pensato d salirci come band! E poi anche perché è stato un onore aprire la serata ad un’altra band italiana che stimiamo molto, sia come persone sia come musicisti, ossia i Management del Dolore Post-operatorio.
Relics: New wave, punk-rock e molto altro è stato detto di voi.. ma come vi autodefinireste se doveste farlo descrivendo quello che più avete dentro e che sentite vi rappresenti?
Relics: Grazie per la bella chiacchierata e per il vostro tempo. Concludiamo consigliando l’ascolto di Va meglio delle Mia Wallace!
Mia Wallace: Grazie a voi e a molto presto! Ci fa piacere salutarci ricordando l’uscita del nostro video Va meglio, che presentiamo qui all’INIT Club in anteprima stasera subito dopo il live, girato dal nostro amico regista Fabrizio Gallucci, che cogliamo l’occasione per ringraziare ancora per il lavoro,la collaborazione e l’amicizia.
E poi che continueremo sicuramente a suonare tanto in giro, a maggior ragione ora che abbiamo un nostro album, presentandolo come si deve. Stiamo inoltre studiando dei ri-arrangiamenti acustici per i nostri brani, in modo da rinnovarci e proporci anche a target di pubblico sempre nuovi, tenendo sempre con grande affetto a quanti già ci seguono con tanto accanimento.
In conclusione, Relics resterà sicuramente sintonizzato sul vostro canale, non resta che stare a vedere cosa succede.
Il concerto che ha seguito di pochi minuti la nostra intervista ha ampiamente confermato quanto avevamo avuto modo di capire delle Mia Wallace ascoltando il loro disco e parlando con loro: ovvero la loro carica carismatica incredibile che le contraddistingue, la forte sintonia come band tra i quattro componenti, un giusto incazzarsi quando serve nel dire le cose a modo loro e con la stessa immediatezza con cui le vivono e le sentono dentro.

L’esibizione delle Mia Wallace si conclude con Divina e fragile, unico pezzo scritto interamente da Valentina e che dimostra un’interiorità pazzesca e degli arrangiamenti degni dei più grandi musicisti, per poi passare al “vero” gran finale, il momento che la band questa sera ha vissuto con altrettanta emozione del live, ma forse con ancora maggiore trepidazione. Si tratta infatti della programmazione in via ufficiale e per la prima volta del loro primo video: esperienza per loro nuovissima, al contrario del live. Certo, è vero che anche ai live non si fa mai l’abitudine perché ogni volta danno un’adrenalina a chi è sul palco diversa e sempre intensa, e le Mia Wallace hanno dato prova in questa dimensione di cavarsela alla grande, in tanti anni di importanti esibizioni live.
Ora possiamo semplicemente aggiungere che non sono da meno neanche nella dimensione video: il video di Va meglio, proiettato su un maxi schermo sotto il palco, riscuote grande calore e consenso, e rimaniamo tutti un po’ incuriositi ed un po’ affascinati dalla grinta che questo viedo trasmette.
C’è una rabbia forte, donne che corrono e che quasi arrivano alle mani, ma la dimensione che si percepisce è quella della lotta non fine a se stessa bensì quella per affermare il proprio io, i propri diritti calpestati davanti a quello che ognuno di noi ritiene di valere, ma che non viene compreso, dando l’idea di persone che non hanno paura di incazzarsi quando è giusto farlo. E di questo periodo mi sa che ogni tanto ci sta eh! Grazie quindi alle Mia Wallace per averci ricordato il concetto, ma soprattutto per essere riuscite a esprimere e a trasmettere cosi tanto con la loro musica e la loro umanità.