Gli angeli che si divertono – Radici e fiori bianchi – New Sonic Records,2012 (di Stefano Capolongo)
Dopo la recente scoperta dei Flying Madonnas (Demo_N. EP) che Relics ha avuto modo di seguire dapprima con l'album e poi anche da vivo, la giovane etichetta New Sonic Records propone l'interessante esordio de Gli angeli che si divertono con l'album Radici e fiori bianchi. Nonostante l'articolo plurale tragga in inganno non siamo di fronte ad una band bensì al progetto solista di Luca Cartolano che dopo anni di voce e chitarra in band di ottimo livello (Viva Santa Claus e Aphorisma) decide di comporre un album quasi totalmente voce e synth, coadiuvato nei live da Simone Olivieri al basso…
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Dopo la recente scoperta dei
Flying Madonnas (
Demo_N. EP) che
Relics ha avuto modo di seguire dapprima con l’album e poi anche da vivo, la giovane etichetta
New Sonic Records propone l’interessante esordio de
Gli angeli che si divertono con l’album
Radici e fiori bianchi. Nonostante l’articolo plurale tragga in inganno non siamo di fronte ad una band bensì al progetto solista di
Luca Cartolano che dopo anni di voce e chitarra in band di ottimo livello (
Viva Santa Claus e
Aphorisma) decide di comporre un album quasi totalmente voce e synth, coadiuvato nei live da
Simone Olivieri al basso e da
Daniele Misischia alla batteria. Questa formula sebbene ricordi molto quella utilizzata da
I Cani, progetto che ha riscosso un grande successo negli ultimi tempi, è portatrice di un bagaglio d’esperienza e di un senso estetico certamente superiore al lavoro di
Niccolò Contessa.
La prima, su atmosfere oniriche, e
L’ultima, una ballata d’amore, aprono e chiudono rispettivamente il lavoro dando l’idea di un tema che inizia e finisce, nel cui ventre c’è un percorso ben delineato fatto d’amore (le radici) e di speranza (i fiori bianchi) portati a galla come spiegato dalla sua pagina e come si evince dai suoi testi, da brani che affrontano il tema del rapporto, apparentemente tormentano, tra due persone. La crudezza spesso impersonale delle basi che come già detto escono da un synth, è sopperita oltre che da delicati tocchi di basso e batteria, dai testi profondi di Cartolano che riesce spesso bene a dipingere i suoi stati d’animo: la sospesa malinconia in
Tajagola (non da calore questa situazione, ti taglia la gola e non respiri più), la nostalgia di
Vent’anni indietro (all’inizio della primavera, alla fine della rivoluzione era più vero ridere e sognare) o la solitudine di
Diavoli in paradiso (e una vita intera non ci basta proprio più, ma sono gli angeli che si divertono), un brano pregno di amore e sofferenza che rappresenta il momento più alto dell’intero lavoro. La veloce, breve, rabbiosa e quasi “
Manzaniana” (
Manzan, non Manzoni)
Oh-Oh fa da spartiacque ed apre le porte a sentimenti chiaramente più favorevoli come la speranza e le illusioni in
Canzone per l’estate (che non è una cover di
De Andrè) e
Isteria, il tutto guidato da melodie decisamente più positive e scanzonate. Un esordio positivo per
Gli angeli che si divertono, ottimo per testi e gusto, ma che lascia un giudizio a metà se apprezzato come lavoro d’insieme. Tuttavia, certi della bravura e dell’esperienza di Cartolano puntiamo a vedere
Radici e fiori bianchi come un ottimo punto di partenza per nuovi lavori che, siamo sicuri, verranno sviluppati con linguaggi diversi e ci permetteranno di trasformare la nostra valutazione in un’approvazione completa.
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