Score
CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'

Come suggerisce appunto il titolo dell’album e come la band afferma tramite il sito, il lasso di tempo di cui si parla “vuole rappresentare il fatto che in esso è presente una buona fetta della storia e dell’evoluzione stilistica della band” che è infatti attiva dal 2004.
Il lavoro consta di 11 tracce d’ispirazione metal progressive e hard rock. Il tema del tempo è presente in tutto il lavoro a partire dalla prima traccia Time is mine (Time is mine/as much as i’m afraid/I just won’t give up the fight) e ciò offre l’idea ben precisa di un leit-motiv che viene trattato ed eviscerato quasi a costituire un concept. Nonostante l’impronta metal progressive sia chiaramente riconoscibile per le sonorità, i cambi di tempo e la voce pulita di Walter Bosello, viene lasciato molto spazio all’inventiva e al gusto dei singoli musicisti regalando sprazzi più cupi quasi New Wave in Higher Ground sostenuti da una batteria (Massimo Malabotta) decisamente all’altezza come anche in The great divide between us.
Punto a favore per i Soundrise è dunque l’aver assimilato la lezione di un genere spesso sovrabbondante e di averlo reso più snello e all’occorrenza più morbido: non troviamo infatti le tipiche lunghissime tracce spesso riempite con lunghi virtuosismi di chitarra sebbene la possibilità di saggiare le doti di Dario Calandra sia fornita in vari brani come More, Western Torture o We shall break our cage. Fondamentale è in questo album il lavoro svolto dalle tastiere di Stefano Alessandrini che(anche per la mancanza di uno strumento come il basso) oltre a garantire una solida base riescono a spaziare e a fornire ora stoccate potenti e imperiose (come nella progressivissima King Time’s dilemma o More) ora pennellate eleganti e felpate come in Give up, To be yours. Nota di merito per Time to make, brano ben strutturato condito da un ritornello che entra subito in circolo (But now I’m back/I maybe found my way/I’m back on track/it’s a brand new day/now i’m back/leave my fears behind/all that i can say/ it’s time to make).
Una prima degna di nota per i quattro Soundrise, un album su cui si è lavorato tanto, ben registrato e ben missato. Gli echi dei vari Dream Teather, Faith no More, E.L.P. sono dietro l’angolo ma non v’è dubbio alcuno sull’intelligenza stilistica di questa band che con Timelapse dimostra di saper creare e non solo imitare.
Tracklist:
1. Time is mine
2. Higher ground
3. The great divide between us
4. Give up
5. Time to make
6. Leaving
7. More
8. To be yours
9. King Time’s dilemma
10. Western Torture
11. We shall break our cage