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The Pigs @Nel Nome Del Rock, Palestrina – RM (testo e foto di Stefano D’Offizi)

5 luglio 2012, Palestrina, Nel Nome Del Rock, ancora una volta il Popolo del Rock si raduna attorno al proprio tempio, impaziente ed affamato, un anno esatto dall’ultima edizione che aveva visto la conclusione di un Festival d’eccezione con l’acclamatissima esibizione dei Combichrist. Ebbene, tutti pronti e presenti per questa ventitreesima edizione del festival Rock piĂč longevo d’Italia; una cornice splendida impreziosisce il tutto, accostando l’antico Tempio della Fortuna Primigenia ad un palco da favola zeppo di luci e colori
 il vecchio ed il nuovo che s’incontrano, generando una miscela dai toni classici e tecnologici al tempo stesso.

Per l’ennesima volta lo show Ăš stato realizzato grazie al lavoro di uno staff grandioso, impagabile (infatti si tratta per lo piĂč di volontari) ed instancabile, che in meno di quattro giorni, ha saputo trasformare un vecchio campo di calcio in disuso, in un’area festival di livello, lasciando (come sempre da quando esiste n.d.r.) ingresso libero ed ampia scelta tra cibo e fiumi di birra. Il paese dei balocchi di ogni Rocker che si rispetti, anche se ancora non abbiamo parlato delle band che hanno solcato il palco in questa serata d’apertura.
Ad aprire le danze, Eli & The Moustaches, un trio composto da Elisa Nancy Natali (voce e chitarra), Elisa Abela (batteria, giĂ  chitarrista eccezionale con Lally dei Fugazi) e Stella Veloce (violoncello).

Le Moustaches suonano come Dio (il Rock ovviamente
) comanda, una voce vellutata e sinuosa guida all’ascolto attraverso atmosfere leggermente noir, passando per aggressioni graffianti e schitarrate corpose, completando l’onda sonora emessa da un violoncello a tratti distorto, in grado di farsi apprezzare e mai infastidire, ed una batteria che sa essere dura e colpire decisa, ma anche carezzare ed accompagnarci durante quelle che somigliano piĂč a racconti che non a canzoni. Un pizzico di originalitĂ  nella perfetta armonia delle tre Rocker, una dose di adrenalina mista a sensazioni vagamente psichedeliche, il probabile risultato di una musica suonata sicuramente con la testa, vissuta principalmente con l’anima
 e non si puĂČ che ascoltare col cuore.

Eli & The Moustaches, sono sicuro che il nome di questa band continuerà ad attirare le attenzioni di chi l’ha ascoltata, altrettanto, se siete affamati di Rock e volete ascoltare qualcosa di “diverso” dal solito, questo ù il gruppo che fa per voi!
Platea non pienissima purtroppo, ma Ăš solo giovedĂŹ, ed anche se avrebbero meritato molto di piĂč, il pubblico presente manifesta il proprio assenso, applausi e grida di incitamento, troppo distinguibili fra loro per formare una folla, ma comunque d’effetto.
Avete mai sentito parlare di Esadecafonia? Personalmente ne avevo sentito accennare qualche tempo fa, proprio dallo stesso personaggio che pochi minuti dopo sale sul palco per ingombrarci le idee su quanto sappiamo di musica, ed ù proprio lui a spiegare al pubblico di cosa si tratta dopo un paio di brani “Forse nessuno di voi si ù accorto che stiamo utilizzando sedici note per ottava, nel nostro caso, questa canzone dei Metallica, farebbe così” eseguendo un esempio pratico per rendere l’idea ad un pubblico stupito quanto incredulo.

Fabrizio Fulvio Fausto Fiale e Fiorenzo Vicari, formano gli Asteroidi Esadecafonici, un duo chitarristico accompagnato da basi elettroniche comprensive di seconde voci e cori, precomposte dagli stessi. Le loro chitarre sono state modificate per seguire le tecniche esadecafoniche, allontanandosi quindi dal format Rock occidentale ed assumendo un’infinita varietà di scale che ne conseguono, rendendo comunque l’ascolto non troppo impegnativo ed a tratti anche comprensibile. Le sonorità del duo sono articolate e sicuramente molto difficili da eseguire, rese meno pesanti dalla figura autoironica dello stesso F.F.F.F. che nonostante saluti il proprio pubblico con un “Buonasera Pianeta Terra, noi siamo gli Asteroidi Esadecafonici” dimostra comunque di essere umano, anche se le sue tecniche musicali vanno ben oltre le semplici schematiche abitudini della platea.

Una voce forse non proprio intonatissima, complice forse la tensione dovuta al fatto di suonare su di un simile palco, ma il suo forte non Ăš certo quello: riesce a scuotere comunque chi lo ascolta, argomentando ogni brano con una certa dose di sarcasmo ed intelligenza fuori dal comune. Si integra piuttosto bene con la presenza inversa di Fiorenzo Vicari, immobile e concentrato sulla sua chitarra, quasi assente a vedersi, perfettamente immerso in quel turbine di scale. Molto originali.

Chiudono la serata in modo davvero spettacolare, i The Pigs, storica band Punk Rock di Bristol di fine anni 70, lo stesso periodo dei Sex Pistols e dei Clash. Il loro unico EP (Youthanasia 1977) venne registrato poco dopo aver condiviso il palco dei Generation X di Billy Idol, Siouxsie and the Banshees e Cortinas (anche loro di Bristol), per poi interrompere bruscamente la loro carriera neanche un anno dopo. Nel 2009 tornano a suonare in seguito ad una riedizione della Bristol Archive Records di alcune loro registrazioni datate proprio 1977, attirando nuovamente su di loro, l’attenzione mediatica del pubblico Punk.
Nel Nome Del Rock decide ovviamente di non farseli scappare, portandoli su questo palco che s’incendia in pochi minuti, proprio come le loro canzoni, rapide, potenti ed assolutamente coinvolgenti. Lo spirito Punk pervade l’area concerto, riempita da altro pubblico, formato da fan accaniti (che sembrano addirittura cantare le loro canzoni) e da curiosi che battono il piede. Una band attempata che sul palco non dimostra affatto il peso dell’età, affrontando il pubblico e viso aperto, divertendosi loro per primi e divertendo di rimando quanti assistono.
Poco piĂč di un’ora di esibizione, prima di raccogliere un applauso piĂč che convinto.

Prima serata a Nel Nome Del Rock, pienamente soddisfatti, si torna a casa attendendo il giorno dopo
 altre quattro band, altra birra, altro Rock!

 


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