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A tu per tu Con Il Muro del Canto…( a cura di Claudio Santacesaria)

Ora di cena alla Locanda Atlantide, dopo il soundcheck Il Muro del Canto si concede una pausa ed una meritatissima lasagna fatta in casa, condivisa e gustata attorno ad un piccolo tavolo. Io sono con Ludovico Lamarra, bassista della formazione, che gentilmente si presta alle mie domande rimandando la cena. Ringraziandolo per la disponibilità gli sottopongo subito le mie domande, non vorrei che un calo di zuccheri influisse su di una prestazione che già dalle prove si rivelerà semplicemente fantastica. 
Relics: Allora Ludovico,il vostro logo rappresenta un albero con rami alti e radici profonde..
Il Muro del Canto: Già, il nostro logo ritrae lo spirito de Il Muro del Canto, se profonde radici incarnano la solidità ed il recupero di cio che è l’immaginario della tradizione romana espressa attraverso la canzone popolare, allora alti rami che guardano in avanti simboleggiano propriamente la nostra proposta, un’attualizzazione di tutta una serie di tematiche, volti e voci della nostra città, rappresentando il nostro sguardo, proteso in avanti.
Relics: Siete tutti musicisti che possiedono un passato musicale importante, differente per ognuno di voi e comunque totalmente estraneo al progetto che state portando avanti adesso, come nasce la vostra collaborazione?
Il Muro del Canto: Il progetto è in piedi da due anni e nasce quasi per gioco: Daniele(voce) aveva scritto il nostro primo singolo ”Luce mia”, traccia interessante ma non adattabile a nessuno dei progetti di rispettiva provenienza (in special modo i Surgery); incontrandosi con Alessandro(percussionista e voce narrante del gruppo) è venuto naturale declinarla all’interno di una nuova iniziativa. Derivata da loro la prima scintilla e la spinta allo sviluppo dell’idea, il resto è venuto da se: eravamo già tutti amici, conosciuti sui vari palchi dove ci esibivamo con le rispettive band.
Relics: Ho capito Ludovico… sei musicisti differenti a confrontarsi in studio e sul palco, trovate difficile la convivenza e le scelte in ambito creativo e progettuale?
Il Muro del Canto: Ti dico sinceramente, l’aspetto bello e speciale de Il Muro del Canto è che nonostante la differenza di provenienza e di background musicale i pezzi nascono in modo naturale, nei diversi brani è possibile trovare tutte le nostre influenze, creiamo un sound tutto nostro che non si esaurisce nel semplice folk, genere con il quale non amiamo definirci ne’ essere definiti e di cui tra l’altro non sono un profondo conoscitore(sorride). Siamo Il Muro del Canto punto e basta! Nel nostro modo di fare musica puoi trovare tutte le nostre influenze, ad un sound granitico abbiniamo pezzi più morbidi, usiamo distorsioni, le percussioni di Alessandro sono quasi una batteria.. tutto questo per dirti che le sfaccettature e le esperienze musicali di ogni componente si riversano all’interno della proposta senza filtri e con facilità.

Relics: E si sente(sorrido)..una cosa che mi ha colpito profondamente visitando il vostro sito e visionando le riprese video di alcuni concerti è la ricercatezza del vostro look e delle vostre atmosfere…

Il Muro del Canto: L’elemento visuale(deciso da tutti) è curato in particolare da Carlo Roberti,settimo elemento de Il Muro del Canto, un richiamo non particolarmente studiato ma che attinge a piene mani dalle nostre radici e da quelle di tutti i romani, sottolineato in primis  dall’utilizzo del dialetto. L’amore disperato, il tradimento, le storie di compari e coltelli, il rimando a certi personaggi tipici della tradizione, tutto richiama una Roma dimenticata, dagli angoli bui, pasoliniana, in equilibrio tra il sacro ed il profano.
Relics: Mi parli del rapporto che vi lega a Carlo, manager e regista de Il Muro del Canto?
Il Muro del Canto: Per noi Carlo è prima di tutto un grande amico, ha certamente un legame fortissimo con Daniele che ha seguito fin dai Surgery; è stata la persona che ha immediatamente intravisto le potenzialità del progetto, proponendoci racconti visuali collegati l’uno all’altro, consigliandoci sul dress code, è stato ed è davvero il settimo elemento del gruppo…e ci tengo che tu lo scriva!
Relics: Non mancherò di certo! Vi ho ascoltato su Myspace, appena due tracce e sono tornati alla mia mente formazioni quali Carnascialia, Canzoniere del Lazio, a tratti i Modena City Ramblers, avete gruppi per così dire di “riferimento”?
Il Muro del Canto(sorridendo): Guarda.. hai preso l’elemento meno preparato su quel tipo particolare di genere musicale…c’è chi ci colloca sul filone Ardecore e via dicendo, sicuramente una cosa che ci lusinga, ma mettendo da parte la modestia ritengo che il nostro sia un progetto un po’ a sè. Tornando al discorso delle radici e dei rami presentiamo certamente brani che sono dei rifacimenti di canzone popolari (Gabriella Ferri,Nino Rota etc.) ma tante sono farina del nostro sacco e testimoni di una certa evoluzione. Credo di parlare per tutto il gruppo quando ti dico che non riteniamo di avere veri e propri riferimenti: c’è la meritata e sentita citazione, l’eventuale affinità, ma i riferimenti siamo essenzialmente noi, i componenti del gruppo.
Relics: Benissimo Ludovico… mi racconti di cosa parla l’”Ammazzasette”?
Il Muro del Canto: L’Ammazzasette è mettere il punto a due anni fantastici, passati a suonare tantissimo ed in tantissimi posti, il culmine di uno splendido tragitto: la scelta del titolo è legata alla favola dell’ammazzasette dei fratelli Grimm, storia di un piccolo e pavido sarto che con un pezzo di stoffa uccide sette mosche in un colpo solo. Dopo l’innocente delitto, il sarto si cuce una bella cintura su cui scrive a lettere d’oro “Sette in un colpo” e da lì partono tutta una serie di vicende basate su equivoci che porteranno il protagonista molto lontano. Ci ha colpito come da una cosa piccola e banale poi possano crearsi situazioni fantastiche e gigantesche. I brani sono nati in modo spontaneo e fluido, non seguono una storia vera e propria basandosi più su assonanze musicali che su un tragitto narrativo, la parte “parlata” è invece affidata ad Alessandro, che con i suoi racconti immerge l’ascoltatore in un atmosfera che non esiste più.
Relics: Presentazione del vostro secondo video ”Cristo de Legno”, me ne parli anche in relazione al primo ”La Spina”?
Il Muro del Canto: Proprio perchè all’interno del nostro repertorio trovi tante storie differenti, l’idea era quella di non racchiudere all’interno di un singolo video tutto il nostro immaginario, ne La Spina trovi una serie di elementi e personaggi che all’inizio lasciano lo spettatore un po’ perplesso, ma che si ritroveranno e che troveranno soluzione attraverso i video successivi.. La Spina per farti un esempio comincia proprio con l’immagine del Cristo de Legno incatenato ad un albero..
Relics: Ludovico, scontata ultima domanda e ti lascio mangiare: progetti tra presente e futuro?
Il Muro del Canto: Il 2011 è stato un anno fantastico e ricco di date, siamo stati impegnati almeno una volta ogni due settimane in giro per tutta Roma e in tutte le occasioni che ci sono capite nei dintorni, suonando anche in Puglia e Calabria. L’obiettivo per il 2012 è allargare i nostri orizzonti cercando di spostarci ancora di più; contestualmente alla stesura e alla preparazione di nuovi brani, è infatti in preparazione una tourneè che ci permetta di far conoscere Roma e il suo immaginario anche all’esterno delle mura capitoline e del Lazio.

L’intervista si conclude e ringrazio Ludovico, tutto Il Muro del Canto e Carlo Roberti per la gentilezza e la disponibilità, lo spettacolo che ci proporrà la formazione di lì a un’ora sarà coinvolgente e completo, accanto a buona musica troverò infatti profondità e poesia, e tutti quei sapori che fortunatamente c’è chi si ostina a non voler dimenticare.

Ringraziamo inoltre Ausgang e Locanda Atlantide per averci ospitato.


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