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Cafù Noir @Farenight Social Club, Frascati – RM (testo di Claudio Santacesaria, foto di Stefano D’Offizi)

Ore 22,20. 22 Marzo 2012, faccio il mio ingresso al Farenight di Frascati. Superato un primo locale dove l’instancabile Matteo Davide (uno dei “frontmen” dell’associazione Semintesta organizzatrice dell’evento n.d.r.) si occupa di tessere ed iscrizioni, spingo una pesante porta e mi ritrovo nella zona calda del locale: alla mia sinistra un bel palchetto con luci basse, al centro della sala cinque o sei tavolini, sulla parete di fondo Ăš installato un grande schermo che elenca via via le date che il locale ha in programma nei prossimi giorni. Il pubblico, a pochi minuti dall’evento, non Ăš numerosissimo, sono pochi, ma quelli buoni ci sono tutti. Questa sera sono i Palkoscenico al Neon che dovrebbero scaldare la pista ai Cafe’ Noir: dico “dovrebbero” e non mi sbaglio, infatti la band di Guidonia a dieci minuti dall’inizio del concerto Ăš ancora in autostrada. Quindi alle 22,50 ad aprire la serata sono i Cafe’ Noir, band romana creatasi nel 2007 da una costola dei RedRum, che ci presenta la sua ultima fatica: Il Coltello del Vile. L’ultima Festa, brano di apertura del gruppo, ha un lungo intro maledetto ed incalzante che ci prepara all’esplosione finale, la voce di Alessandro C racconta piĂč che cantare, ci ricorda Emidio Clementi e i suoi Massimo Volume, parla della notte che ci calpesta, di vuoto e solitudine. Secondo pezzo Ăš B52, brano melodico che prende qualcosa in prestito dai Cure piĂč malinconici e lunari, confermata una scelta vocale votata piĂč alla narrazione che alla melodia con un finale incollerito dove alla voce di Alessandro C si affianca quella del chitarrista Dardo.
Segue E Tu Pregavi Davanti a Me Mentre Mio Figlio Urlava Dal Limbo Della Tua Bocca, pezzo acido e affilato, lancinante e caotico, eseguito con verve caustica da una formazione che si dimostra quantomeno ben assemblata e di certa esperienza. Presentazione del nuovo chitarrista Mari Pier Luigi e si parte col toccante quarto pezzo in scaletta, Fruh, cantata totalmente da Dardo, un bel pezzo, tre minuti di abbandono al “suono degli angeli”, a cui segue l’accattivante ed orecchiabile Eva, dedicata a Simona, storica fidanzata del bassista Troy e ovviamente presente tra il pubblico compiaciuto. Delicatamente struggente Ăš l’esecuzione di Molliche di eroina, ricorda in qualche modo la traccia Oceano di Gomma degli Afterhours, dai toni lievi e disgreganti, ma con un crescendo disperato e definitivo. La traccia termina, Troy si gira per prendere la chiara che ha poggiato su una cassa, un lungo sorso e via: dalle corde del suo strumento prende rapidamente forma l’intro di Baby, traccia numero due dell’album Il Coltello del Vile e che rimanda almeno nelle prime battute nuovamente ai Cure di Disintegration, strizzando l’occhio in particolare alla canzone Homesick; solo ricordi, ci tengo a precisare, dalla fusione delle rispettive influenze (su tutti i Massimo Volume, ma vedi anche La Crus, Marlene Kuntz, un pizzico di Depeche Mode)i Cafe’ Noir hanno saputo trarre senz’altro una proposta musicale comunque originale. La performance si chiude con l’esecuzione della bellissima Opera, dall’intro ipnotico e cantata nuovamente da Dardo, sonoritĂ  malinconiche e bella linea vocale, con una seconda parte rabbiosa e sinceramente coinvolgente. E’ giunta mezzanotte direbbe Modugno e i Palkoscenico al Neon, arrivati nel frattempo sani e salvi, salgono sul palco ed eseguono un rapido check della strumentazione. Purtroppo il Farenight si svuota quasi totalmente, ma un manipolo di irriducibili rimane e fra questi.. Relics c’ù! Senza tergiversare  la band, che ci propone un crossover gajardo e tosto, si lancia nell’esecuzione dell’acida La Paura in Tasca.
Peccato che il locale sia quasi vuoto, la band meriterebbe certamente un pubblico amante delle sonorità aggressive che questa band dalle solide radici ci presenta. Secondo pezzo ù Omicidio, a cui seguono Autocontrollo e Cuore di Cane dall’album Lucas. I Palkoscenico hanno stile e presenza sul palco, il loro crossover ricorda in certi tratti i System of a Down e i RATM, con un vago rimando ai Negazione, in sei anni di collaborazione ha suonato in tutta Italia e da tanta esperienza provengono tutti i nuovi pezzi che ci propongono questa sera e che saranno l’ossatura del prossimo disco in uscita. Continua la performance, la band adesso ci propone Un passo falso, Radice di Due a cui segue Lucas, title track dell’omonimo disco, esplosiva e “fuori da ogni contesto”. Omaggio a Stefano Rosso ù la cover di Colpo di Stato che precede Disamore e Quello che non Voglio. I Palkoscenico al Neon, per niente fiaccati dalla mancanza di pubblico, portano sul palco del Farenight tutta la cattiveria e la pre-potenza della loro proposta musicale regalando ai presenti emozioni forti e quaranta minuti di crossover no-stop. La voglia di fare musica, ancor prima della tecnica che il gruppo possiede e domina, ù la chiave per il successo di qualsiasi serata e formazione. E qui non manca nulla.
Ci scusiamo con i Palkoscenico per non aver potuto immortalare anche loro a causa di problemi tecnici

Un ringraziamento speciale a Semintesta per averci ospitato durante questo eventoCLICK per le altre foto dei Cafù Noir live di Stefano D’Offizi


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