Score
ARTWORK
POTENZIALITA'
CONCEPT

Atmosfere surreali, tenebra un sogno oscuro ma non spaventoso. La miglior definizione potrebbe essere di liquefazione emotiva provocata dall’ascolto.
La band ha estrema esperienza di sound e si sente con chiarezza, le armonizzazioni vocali, l’utilizzo degli effetti e l’incedere lento e costante della sezione ritmica portano all’orecchio una certa vicinanza e la palese stima della band nei confronti degli Alice In Chains, senza però emulazione diretta o ripetitività. Ovviamente l’accostamento è molto elevato, parla proprio un devoto degli Alice in Chains che ben sa di non doverli mai nominare a caso, tuttavia l’imprinting c’è e regge bene, soprattutto grazie alla voce.
Il disco è quasi un concept, scorre liscio traccia dopo traccia in modo molto legato e armonioso. E’ del tutto contemporaneo e se posso sbilanciarmi consiglio vivamente agli En Declin di cercare a tutti i costi di prendere contatto con selezionatori cinematografici di colonne sonore (settore che sembra essere la direzione più redditizia e futuribile del business musicale).
I brani per loro natura sonora sono già capaci di evocare atmosfere ed immagini molto intimistiche e fumose, ma tutto in modo estremamente contemporaneo.
Per fare il confronto visivo un po’ assurdo ma assolutamente veritiero e sentito, ascoltando A possible Human Drift Scenario (a cui critico un po’ l’intricato nome) sembra di essere richiusi all’interno di una di quelle lampade verdi/blu in cui lentamente girano i pesci finti sullo sfondo. Il paragone è assurdo ma si è circondati da quel verde-acqua funereo in cui tutto scorre… lento.
Veramente veramente un bel Disco con la D maiuscola.
Tracklist:
- It’s Time To Give It The Boot
- The Becoming
- Gea
- Caronte
- Undressed
- Mr. Lamb
- Das Eismeer
- The Average Man
- Social Legal Limbo
- Another Day In Paradise