Score
Artwork
Potenzialità
Concept

Molta carne al fuoco già dal titolo – La Sindrome di Stoccolma. Il loro è un concept album ricco di stili e sfaccettature, un vero e proprio crossover di sonorità unite da unico tema: le schiavitù moderne.
Infatti quasi tutte le canzoni fanno riferimento alla prigionia volontaria e allo stato di passività che spesso viviamo ogni giorno. In altre parole siamo tutti tecno dipendenti.
Facendo una breve disamina dei pezzi che fanno parte del corpo del progetto va menzionata Indipendente da chi (con rimandi al dub/elettronica); Avanzi è un brano rock midtempo; si prosegue con l’irriverente l’Idiota digitale, dall’incipit chiaramente reggae, ma successivamente prende uno sviluppo pop-punk. In Millennium bug si torna alla nostra cara new wave; il pop elettronico è presente invece nella bella Self control. Interessante verso la parte conclusiva del disco Ventisette anni, decisamente la canzone migliore, una riflessione amara sull’età della maturità.
Dal punto di vista prettamente musicale i brani alternano indie – pop, rock elettronico e assonanze hip hop. A tratti si intravedono echi di dub, che possono far ricordare i primi Subsonica.
Forse avremmo preferito una maggiore selezione al posto dei 18 pezzi proposti, un vero fiume in piena, ma senza un vero focus, anche se la loro giovane età è dalla loro parte. Sicuramente rimane un buon esordio per la band ligure, attenta osservatrice dei mali della società moderna.
Tracklist:
- Indie (intro)
- Indipendente da chi…?!
- Il garage ermetico
- Avanzi
- L’idiota digitale
- Quello che proteggiamo
- Millenium bug
- Negli occhi di chi guarda
- Amico cosmico
- Il self control
- Quello che avviene ogni giorno
- Digli che è vero
- Volare via
- Ventisett’anni
- Complice
- Vox populi
- Non tornerai mai più
- Cuore di carciofo