The Prodigy – No Tourists (BMG – Take Me To The Hospital, 2018) di Alessandro Guglielmelli

Guardando la copertina di No Tourists, settimo album del trio britannico The Prodigy, ci si trova davanti un double-decker in piena notte, con i fari accesi, pronto a sbucare da un vialetto, senza poter scorgere alcuna figura al suo interno. Un autobus che va da solo, dritto per la sua strada. Ed è quello che sembra stiano facendo Liam Howlett e soci che, dopo aver dato alla luce un capolavoro come Invaders Must Die nel lontano 2009, danno l’impressione di vivere sugli allori, visto che il successivo album, The Day is My Enemy, uscito 6 anni più tardi, fu…

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Guardando la copertina di No Tourists, settimo album del trio britannico The Prodigy, ci si trova davanti un double-decker in piena notte, con i fari accesi, pronto a sbucare da un vialetto, senza poter scorgere alcuna figura al suo interno. Un autobus che va da solo, dritto per la sua strada. Ed è quello che sembra stiano facendo Liam Howlett e soci che, dopo aver dato alla luce un capolavoro come Invaders Must Die nel lontano 2009, danno l’impressione di vivere sugli allori, visto che il successivo album, The Day is My Enemy, uscito 6 anni più tardi, fu un flop bello e buono, con grande delusione del sottoscritto.

“No tourists”, il messaggio dei Prodigy è chiaro: su questo autobus non sale e non scende nessuno, qui comandiamo noi e tu devi solo lasciarti andare al ritmo della musica. Su questo i Prodigy sono ancora tra i migliori sulla piazza: quel furioso techno-mix di bassi pompatissimi, chitarre punk, beat hip-hop e vocette sintetizzate che ti entrano nella lista è ormai un marchio di fabbrica più che distinguibile ed ancora molto apprezzato, se non altro per l’energia e lo shock adrenalinico che trasmette.

Ascoltando l’album, tuttavia, l’impressione non è che sia delle migliori: ok, l’album è migliore del precedente (non che ci volesse molto, eh), però sembra un enorme mix antologico della discografia dei Prodigy: traccia dopo traccia, è possibile sentire qua e là chiari riferimenti al già citato Invaders Must Die, fino ad arrivare ai primi Experience e Music for the Jilted Generation, come dimostra la terza traccia dell’album, We Live Forever, che dal titolo potrebbe essere interpretata pure come manifesto musicale della band.

Sembra quasi che il tutto sia stato composto in fretta, prendendo campionamenti e demo vari, per creare un album quasi dal sapore di EP, se si pensa che il tutto dura 37 minuti scarsi. Forse ha inciso il fatto di aver firmato nel settembre 2017 un contratto con una nuova casa discografica, la BMG, impegnandosi alla pubblicazione di nuovo materiale entro dodici mesi.

Dopo essere quindi partiti a mille con Need Some1, opening-track bella cattiva, la successiva Light Up the Sky fa già arricciare il naso, mentre We Live Forever riporta ai fasti antichi. Anche la title-track lascia un po’ perplessi (è una ballad questa?), mentre Fight Fire with Fire fa da colonna sonora ad una rivolta sociale, grazie anche la collaborazione con il duo statunitense Ho99o9.

Arriviamo alle due tracce più apprezzate dell’album, Timebomb Zone, la cui intro richiama Warrior’s Dance, e Champions of London, dal ritmo incalzante scandito dai vocals di Maxim e Keith Flint. Dalle stelle alle stalle potremmo dire, visto che sia Boom Boom Tap che Resonate risultano ripetitive, quasi noiose. L’album si chiude con Give Me a Signal, che si avvale della collaborazione del giovane cantautore inglese Barns Courtney, buona traccia, ma nulla di significativo.

No Tourists rimane quindi un discreto album, che probabilmente verrà apprezzato dai fan del genere, soprattutto quelli che hanno più voglia di scatenarsi. Il nodo della questione, peraltro valido per molti artisti in attività, sta nel capire se i Prodigy, rivoluzionari a fine anni ‘90, hanno ancora voglia, alla soglia dei cinquant’anni, di smontare tutto e di ricominciare da capo, oppure se la loro intenzione è quella di pubblicare album a forte tinta auto-reverenziale per poi dare il loro meglio nei tour in giro per il mondo.

Tracklist:

  1. Need Some1
  2. Light Up the Sky
  3. We Live Forever
  4. No Tourists
  5. Fight Fire with Fire
  6. Timebomb Zone
  7. Champions of London
  8. Boom Boom Tap
  9. Resonate
  10. Give Me a Signal


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Alessandro Guglielmelli

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