Sempre più spesso ci troviamo di fronte a nuove release di band death metal, in particolar modo americane. Ciò a conferma del sempiterno successo riscontrato dal genere un po’ a tutte le latitudini. Il chiarissimo rovescio della medaglia è la difficoltà nello scovare la perla in mezzo a roba che definire anonima è eufemistico. Di sicuro, avere Erik Rutan alla base di un progetto lo rende immediatamente appetibile. L’ex Morbid Angel, nonché produttore, ha deciso di dare un taglio al proprio passato e mettere la propria furia chitarristica a servizio di questi Hate Eternal, ormai giunti a quasi 20 anni di carriera, tra pause e cambi di line-up.
I dubbi sulla bontà del prodotto vengono messi da parte nei primissimi istanti di questi 40 minuti infernali. Riff indemoniati a carriolate, drumming di precisione maniacale e produzione all’altezza del nome di Rutan. Come ripeto praticamente sempre in questo genere di recensioni, se siete alla ricerca di qualcosa di nuovo, cambiate disco e forse genere. La bravura della band è stata quella di evitare che l’ascolto, ripetuto, diventi noioso a breve. Lo stile di composizione, infatti, è spesso caratterizzato da pause che interrompono il chaos ritmico e vocale, o con un assolo o aggiungendo un pizzico di melodia.
Questo Upon Desolate Sands si chiude, e si tratta di scelta non casuale nella discografia della band, col brano più lento e melodico, la bellissima For Whom We Have Lost che fa da colonna sonora al desiderio di continuare ad ascoltare questa band nel prossimo futuro
Tracklist:
- The Violent Fury
- What Lies Beyond
- Vengeance Striketh
- Nothingness of Being
- All Hope Destroyed
- Portal of Myriad
- Dark Age of Ruin
- Upon Desolate Sands
- For Whom We Have Lost