RELICS FLASH NEWS . . .

Machine Head – Catharsis (Nuclear Blast Entertainment, 2018) di Alessandro Magister

Immaginate di essere un pittore costretto a vivere chiuso in una stanza, di fronte a una tela vuota. Dovete restare lì fino anche non avrete completato il dipinto e ne siete ben consci. Vi spremete le meningi e cercate di tirare fuori qualche idea valida ma nulla da fare. Il vuoto. La perdita della libertà, però, è una minaccia troppo concreta e alla fine qualcosa prende forma. Diciamo che è questa la scena che mi è venuta in mente in uno slancio di immaginazione spinta. Bollare questo Catharsis come un mero ritorno al passato o come prodotto commerciale sarebbe forzato e sbagliato. Questo perché il sodalizio di Oakland aveva già tentato la strada del nu-metal quando questo era diventato di moda, ossia tra 1999 e 2001, pubblicando The Burning Red e Supercharger. I fan non accolsero bene il brusco cambio di stile che sembrava dettato da una semplice ricerca di facile consenso più che da una reale affinità musicale. Kerry King degli Slayer li accusò apertamente di essere dei venduti, rompendo un rapporto di amicizia e stima che si era instaurato negli anni precedenti. Allo stesso modo, una band alla ricerca di successo commerciale non pubblicherebbe un disco di 75 minuti e privo di almeno 2/3 brani catchy o radio friendly. Come spiegare, allora, questo l’ultima fatica dei Machine Head? Ritorniamo all’inizio di questa review, chi scrive crede si tratti di pura e semplice mancanza di idee valide. Idee, attenzione. Non capacità e talento. Parliamo pur sempre dello stesso gruppo che ci ha regalato capolavori quali Burn My Eyes e The Blackening, oltre a dischi ottimi come Unto The Locust e Through the Ashes of Empires. In Catharsis cercano di convivere, senza riuscirci, anime diverse e non compatibili. Da un lato troviamo brani appena discreti come Volatile Catharsis dei quali, però, ci si dimentica dopo un paio di ascolti per la loro banalità e leggerezza. Dall’altro, e qui sono dolori, abbiamo i brani peggiori mai composti e suonati dai Machine Head. Non è possibile trovare, infatti, altre parole per descrivere Triple BeamLove?California Bleeding, Bastards Beyond The Pale. Sembra di ascoltare una band scarsa e appassionata di nu-metal di seconda categoria, per di più suonato circa 15 anni dopo la morte di quel sotto-genere musicale. Tutto da bocciare? No e questo fa ancora più arrabbiare chi scrive. Il motivo è che i brani più riusciti soffrono anche di una collocazione sbagliata, inseriti come sono alla fine di un disco prolisso e troppo lungo. L’ascoltatore vi arriva già stanco e condizionato negativamente ma brani come Razorblade Smile, Future Breed Machine e Heavy Lies The Crown non sono affatto da buttar via e sicuramente avrebbero trovato spazio anche i lavori più riusciti della band californiana. Finito l’ascolto resta l’amaro in bocca, la sensazione di una band stanca e con le idee poco chiare ma che ha cercato comunque di portare a casa la pagnotta in attesa di lanciarsi nel consueto e remunerativo tour mondiale. Piccola parentesi in merito ai testi; in molti, soprattutto in patria, hanno cercato di far passare Catharsis come un disco di protesta verso l’America di Trump e moderna. Sbagliato. Sbagliatissimo. I testi sono l’ultima cosa che rimane impressa e caricare il disco di contenuti politici servirebbe solo a cercare di elevarlo allo status di opera di protesta, come se ciò bastasse a nascondere errori e difetti. Non resta che augurarsi che la band si prenda un periodo di riposo e decida cosa fare da grande, perché arrivare a 50 anni senza sapere che stile suonare è piuttosto grave.

1. Volatile 
2. Catharsis 
3. Beyond the Pale 
4. California Bleeding 
5. Triple Beam 
6. Kaleidoscope 
7. Bastards 
8. Hope Begets Hope 
9. Screaming at the Sun 
10. Behind a Mask 
11. Heavy Lies the Crown 
12. Psychotic 
13. Grind You Down 
14. Razorblade Smile 
15. Eulogy


Commenti

Alessandro Magister

Click here to connect!