NickCave @Mediolanum Forum, Milano – di Mauro Tomelli

 

E’ venuto in Italia una quantità infinita di volte ma un Nick Cave così non si era mai visto. Anche detto da chi è abituato a seguire i suoi live fin dagli anni Novanta. Il rocker australiano ha sempre amato visceralmente il suo pubblico. Nel suoi show lo vuole vicino, lo tocca, lo vuole sentire. Senza il suo pubblico non potrebbe essere quello che è. Ma in uno stato di simbiosi tale non si era mai espresso. A sviluppare ancora di più questa empatia sarà stato forse il grave lutto recente, ma la sua esibizione al Mediolanum Forum di Assago di lunedì è stata senz’altro un’esperienza da raccontare. Un’emozione, una ipnosi sonora, qualcosa che ben va oltre alla semplice definizione di “concerto”. Un’esibizione artistica di raro spessore e intensità. Il Forum è gremito come nelle grandi occasioni ed è interessante vedere la crescita di pubblico per i suoi concerti. Normale per un’artista di queste dimensioni ma non dimentichiamoci che nel 2013 il suo ultimo concerto milanese si tenne nel ben più piccolo Alcatraz.

Nick Cave entra in scena dopo che la band, capitanata dal braccio destro Warren Ellis. Parte con Anthrocene e intanto inizia il suo personalissimo flirt con il pubblico. Lo incita, lo schernisce, ci scherza, lo sfiora. Un corteggiamento continuo che si concluderà nella maniera più inaspettata.

-Can you feel my heart beat?- in Higgs Boson viene ripetutamente ripetuto in duetto con il pubblico, in una versione molto struggente. Le scenografie sono scarne, i cambi luci non sono frequenti, e le proiezioni danno un senso molto teatrale allo spettacolo. Direi poi azzeccata la scelta delle riprese che come un occhio di buie che non perde mai il protagonista sul proscenio. From Her to Eternity non manca mai ma è la sola, insieme a Tupelo – anch’essa suonata benissimo – del suo primo repertorio.

Poi Jubilee Street che è ormai un classico, uno dei pezzi più importati della sua produzione recente. Da Skeleton Tree, il suo ultimo, struggente disco, i Bad Seeds suonano la maggior parte dei pezzi. D’altronde questo tour ne è la celebrazione e la consacrazione come uno dei dischi più belli dell’anno.

Dopo la pausa si ricomincia con The Weeping Song e Stagger Lee ed è a questo punto che il pubblico diventa protagonista assoluto, diventando un tutt’uno con l’artista che gli concede tutta la scena. L’istrione lo ringrazia a suo modo, concedendogli il palco, che viene invaso da un centinaio di fan, increduli per quello che sta accadendo. Non è più un concerto ma un’happening che ricorda molto le rappresentazioni teatrali del Living Theatre. C’è tantissima energia e si può toccare e sentire. 

“And some people say it’s just rock and roll Ah but it gets you right down to your soul” è l’ultimo verso di Push the Sky Away che conclude il concerto. Ecco, basterebbe questa frase per descrivere quello a cui abbiamo assistito lunedì.

Scaletta:

Anthrocene
Jesus Alone
Magneto
Higgs Boson Blues
From Her to Eternity
Tupelo
Jubilee Street
The Ship Song
Into My Arms
Girl in Amber
I Need You
Red Right Hand
The Mercy Seat
Distant Sky
Skeleton Tree
The Weeping Song
Stagger Lee
Push the Sky Away


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Mauro Tomelli

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