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I Scream – Intervista di Michele Bacci

Ciao Ragazze. Il 26 Febbraio 2017 è uscito il vostro nuovo EP dal titolo Mare Calmo. Io l’ho ascoltato e prima di iniziare con l’intervista voglio farvi i miei più sinceri complimenti. I brani sono estremamente coerenti l’uno con l’altro e ci sono veramente delle ambientazioni sonore interessanti. Ma su questo argomento torneremo dopo, partiamo invece con una domanda di rito: perché questo titolo? C’è un leitmotiv dietro questo EP?

Indubbiamente sì. Il “mare calmo”, che è anche titolo della prima traccia del disco, è specchio di quella condizione di stasi in cui si rischia di sprofondare, in cui le occasioni sfuggono e il futuro sembra “sciogliersi tra le mani”, come recita il testo della canzone; ma è anche un ossimoro perché il mare non è mai fermo e, spesso, la calma è solo l’anticamera della tempesta. Da questa tensione, da questa dialettica tra oppressione e riscatto nascono tutti e 5 i brani dell’EP che portano con sé una sorta di urlo, una necessità di ribellione o nuova affermazione di sé.

Come, dove e perché nasce Mare Calmo?

Il disco nasce negli ultimi 2 anni di transizione in cui il gruppo, sperimentata la classica crisi post primo disco, ha lavorato sodo per approfondire e riconfermare la propria identità e il proprio sound, anche in seguito a qualche cambiamento nella line up. Durante questo percorso è stato fondamentale l’incontro con Fabrizio Simoncioni che ha voluto essere produttore artistico del disco, registrato con lui al DPot Recording Studio di Prato.

C’è una canzone, nello specifico 23 Aghi, che racconta una storia piuttosto particolare, volete raccontarcela brevemente?

Il brano si ispira alla storia vera di una donna cinese, Luo Cuifen, sopravvissuta per 29 anni con 23 aghi all’interno del proprio corpo. L’immagine della radiografia del bacino (e non solo) pieno di aghi fece il giro del mondo nel 2006, insieme alla storia dei nonni di Luo che, la nipotina ancora in fasce, ebbero il coraggio di infilarle 23 minuscole lame in corpo, sperando di ucciderla silenziosamente. Nella Cina comunista dell’epoca, alle famiglie veniva concesso di avere un solo figlio e una bambina non era di certo un buon investimento. Questa storia, così dolorosamente spiazzante, ci ha fornito un nuovo punto di vista sulla cocente questione della violenza sulle donne e abbiamo voluto metterla in musica.

Adesso una domanda scomoda..so che avete un batterista, adesso, ma inizialmente eravate tutte donne e so che avete cercato di mantenere questo status, c’è un motivo particolare?

Scomoda? Niente affatto! La band è nata nel modo più spontaneo da un gruppo di amiche che sentiva il bisogno di fare musica. Nello scrivere i primi pezzi e nel produrli abbiamo realizzato che la forte sensibilità femminile di cui si nutriva il progetto era stata fino ad allora un grande motore espressivo. Abbiamo quindi tentato di alimentarlo mantenendo questa identità che comunque è forte nel messaggio dei nostri pezzi, pur accogliendo con estremo entusiasmo altri compagni di viaggio.

Torniamo alla musica..come avete raggiunto il “vostro” genere? Voglio dire, so che siete “nate” nel 2012 e so che avete avuto un’evoluzione artistica non indifferente, ma come avete capito che strada seguire? Immagino che ognuno di voi abbia un background musicale diverso, come nasce questa alchimia di cui parlavo all’inizio?

L’alchimia raggiunta nel nuovo EP è frutto di un complesso equilibrio ottenuto tra le nostre differenti attitudini espressive e di suono, ricercando il giusto compromesso tra le sonorità ruvide della chitarra e quelle più sottili del violino elettrico, valorizzando la solidità della sessione ritmica che, se vogliamo, la natura maschile della batteria esigeva. In questo percorso è stata importante la collaborazione con Jacopo Pettini (Virus Studio di Siena) con cui abbiamo lavorato fin dalla conclusione del primo lavoro e, dulcis in fundo, con Fabrizio Simoncioni che, grazie alla sua inestimabile esperienza, ha saputo interpretare nel modo più moderno ed efficace le propensioni che il gruppo ancora faticava a cristallizzare. Pezzi come 23 aghi e Metamorfosi si sono arricchiti inoltre di suoi interventi al pianoforte e ai sinth.

Finale scontato..raccontateci un aneddoto divertente che vi è capitato e per finire, prima dei saluti, lasciateci qualche link utile per rintracciarvi sul web e info su come/dove potervi ascoltare.

La storia delle I Scream è costellata di aneddoti, molti dei quali purtroppo non possono essere raccontati in questa sede. Senz’altro degno di nota è stato il momento in cui Skin degli Skunk Anansie durante la nostra esibizione a X Factor si è letteralmente arrampicata sul tavolo dei giudici per poi scompigliare i capelli della nostra cantante durante l’acuto di I Love Rock n Roll.

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Luca Scarfidi

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