Score
CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'
Conclusione : Abituati
Soltanto un paio di anni fa, quattro livornesi, hanno deciso di plasmare il mondo che sognavano. Unendo le loro idee musicali nasce il progetto Vostok. A distanza relativamente breve dalla formazione, danno alla luce, per la Blotch Records, il loro primo album. Senza titolo. Sul bordo del disco appare incerto «…l’abitudine che ci fa stare a galla».
L’album, già dalla copertina ci rimanda alle tematiche che i quattro affronteranno. Stiamo parlando di abitudine, inerzia e autoalienazione, che da sempre, immobilizzano le persone nei proprio spazi, negando qualsiasi via di fuga.
Ci troviamo ad ascoltare un album di dieci brani che sembrano scritti di getto e di rabbia per scaraventare via il mondo abitudinario a cui non si vuole appartenere.
Salvatore Ostenta, Francesco Pasquariello, Danuz Passaro e Michele Amadori hanno, da subito, chiare idee sulla direzione da prendere e quali armonie sperimentare ma, nel disco, sono evidenti le influenze di Foo Fighters,Queens of The Stone Age e Them Crooked Vultures, che contribuiscono a rendere il loro stile piacevole.
Chitarre punk e spigolose spadroneggiano per tutto l’album accompagnate da un basso che le segue a ruota e una batteria sparata come un razzo diretto sulla luna, tutto facilmente ricamato dalla voce trascinante ma decisa che si fa portatrice della stanchezza e dello sdegno di ciò che ci circonda.
Inutile parlare dell’immediatezza del disco. Il loro debutto rimane un album genuino e da ascoltare,anche se, a volte, ricade in suoni ripetitivi o eccessivamente omogenei. Ma la padronanza artistica, ancora da plasmare, del debutto è tollerabile e ci fa sperare in un miglioramento futuro da parte del gruppo.
Tracklist
1. Solo un’ora
2. Sui tuoi passi
3. Baudelaire
4. Eva
5. La sindrome di Danuz
6. E.S.C.
7. Disteso
8. Quel che sei
9. Abitudini
10. Odore