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Sognando i ’90 con i The Clever Square (di Raffaele Battilomo)

Natural Herbal Pills è il nuovo lavoro autoprodotto dei ravennati The Clever Square. Anni novanta e America sono le chiavi di lettura per comprendere a fondo il loro lavoro: fresco e nuovo ma con un occhio vigile al passato.
Noi di Relics abbiamo pensato di scambiare quattro chiacchiere con loro. Di seguito la nostra intervista.
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– Ciao ragazzi, credo che alcune domande siano d’obbligo per rompere il ghiaccio: da dove venite? Chi siete? Insomma, presentatevi!

I Clever Square sono Giacomo, Stefano, Mirko e Stefano. Veniamo tutti e quattro da Ravenna.

– Com’è nato il nome The Clever Square?

Il nome nasce da un band name generator online. Cercavamo qualcosa con “toasted bananas” ed è venuta fuori una roba tipo “Toasted bananas of the clever square”. Alla fine abbiamo tolto “toasted bananas”…

– Avete cominciato giovani, 15-16 anni, l’età in cui tutti gli amanti della musica formano gruppi. Adesso a 22-23 anni avete alle spalle 3 album, 6 EP e uno Split. Cosa vi ha guidati in questo percorso? Cosa vi ha permesso di non abbandonare i vostri sogni?

Ci ha guidati la voglia di suonare e divertirci nel farlo, che credo sia la stessa cosa che ci permette di non abbandonare il “sogno”, se così vogliamo chiamarlo. In realtà non è un sogno, ma è qualcosa di molto concreto e ci fa stare bene.

– Parliamo del vostro ultimo lavoro Natural Herbal Pills. Come mai questo nome? Verso cosa dovrebbe orientarci?

Il nome inizialmente era il titolo dell’ultimo pezzo dell’album (diventato poi Medical Prescriptions). L’abbiamo scelto perché ci piaceva il suono e l’idea di leggerezza che dà.

– Natural Herbal Pills ha nelle sue note un sound power pop dall’atmosfera molto americana. Senzaclever-square-natural-herbal-pills-copertina alcun dubbio quest’atmosfera fa sognare gli anni ’90 come se non fossero mai finiti. Cosa, degli anni ’90, vi ha colpito così tanto da costruirci un album intorno?

Penso che non sia corretto dire che abbiamo costruito un album attorno agli anni ’90. Le nostre influenze sono sempre state principalmente quelle, e chiaramente la nostra musica le rispecchia, ma abbiamo sempre suonato come ci viene più naturale farlo, se suona 90s siamo solo contenti! Intendo dire che non vogliamo “scimmiottare” quello che fu né essere una sorta di cover band di un qualche gruppo di vent’anni fa. Facciamo quello che ci piace e ci piace che suoni così.

– Ascoltando l’album si capisce subito che sarà molto difficile metterlo in pausa. Su cosa avete giocato affinché il quartetto di brani, formato da Whipped Cream, Ha Ha, Youre Wild, He Smokes Terrapin Appearances e The Monument at the End of Crowns, permetta di essere coinvolti in questa atmosfera tutta del secolo scorso?

Principalmente sulle chitarre direi. In realtà non lo so, ci siamo divertiti molto durante le registrazioni, magari è quello.

– Anche chi scrive è nato negli stessi anni ed è sempre stato affascinato da quell’atmosfera. Pensate che chi ascolta possa restarne incantato, come noi?

E’ difficile dirlo, lo speriamo! Questa cosa degli anni 90 è particolare perché comunque noi di fatto non li abbiamo vissuti musicalmente, quindi ci rifacciamo a qualcosa che conosciamo solo di riflesso e vista anni dopo con un approccio sicuramente diverso a quello di chi li ha vissuti in prima persona. Insomma, noi nel 1994 avevamo 4 anni, non è per niente scontato che chi allora ne aveva 20 apprezzi quello che facciamo.

381577_10151398698282513_453212047_n– Sono cambiate tante cose in questi ultimi 20 anni. Per esempio nei ’90 si usavano ancora i pantaloni a zampa, adesso sembra che tutti abbiano casa allagata. Le scarpette, invece, sono sempre molto comode. Ne mettereste un paio in questo istante per correre via? Verso dove?

 Sogno di andare in Nuova Zelanda da tempo, prima o poi ce la farò. E poi subito dopo il midwest americano.

 – Cosa state progettando per il futuro? Ci regalerete altri album sognanti?

A giugno faremo un piccolo tour in Italia, poi ci mettiamo al lavoro sul nuovo album, i pezzi sono già pronti.

 Non ci resta che augurarvi Buona Musica! Un saluto da Relics.


Commenti

Stefano Capolongo

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