Score
CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'
Conclusione : Ruvido
Andrea Cicala ci riprova. A distanza di pochissimi mesi dall’uscita di My Own Four Walls, il chitarrista e polistrumentista palermitano classe ’93 si cimenta con una nuova produzione dal titolo Cosmological Horizon, esattamente come il suo predecessore questo disco è un album concettuale, che parla della concezione umana e misteriosa dell’universo…attraverso questo lavoro The Outsider cerca di dare risposte o ingigantire il mistero che questi nasconde al suo interno? La risposta a questa domanda non è nota, sicuramente questo disco crea la giusta magia musicale per la dovuta riflessione.
Il disco, come il precedente lavoro, è stato realizzato in Home-Recording ed il risultato è assolutamente sbalorditivo dal punto di vista della qualità audio, altro punto a favore del poliedrico musicista palermitano.
Cosmological Horizon si apre con Hadron Collider, mai open track fu più azzeccata, apertura lanciatissima e spregiudicata, un brano molto sostenuto e caratterizzato da una sequenza di piano che ricorda un certo Jordan Rudess dei Dream Theater. A questa rombante traccia numero uno si accoda Growth, Decay, Transformation, un viaggio musicale della durata di 12 minuti e 12 secondi, un viaggio potente e infernale, dove Andrea fa ampio sfoggio delle sue abilità come chitarrista e vocalist alternando ritmiche metal a vocalizzi alt-rock. Intensi cambi di ritmo e ottimo uso dell’effettistica rendono questo brano tra i più luminosi del disco. Segue una breve introduzione strumentale dal titolo Paradox, il quale si collega direttamente Brane Implosion, brano dalla carica esplosiva con ritmiche in stile Pantera dove Andrea si cimenta nuovamente al canto ma stavolta esibendo uno screaming/growl tra il trash e il death metal. Il disco prosegue sulle note di Dead Star brano che da l’aria di essere più riflessivo in un primo momento, ma poi batteria e chitarra tornano ad infiammare le note creando poi lo stacco per la solenne parte vocale che poi diventa furiosa. A questa cavalcata durata 10 minuti e 10 secondi segue un brano distensivo dal sound vagamente post rock dal titolo Cellar Door al quale fa seguito Part Of Us mantenendo le sonorità sullo stesso ritmo ma aggiungendo una timida parte vocale. L’atmosfera viene piegata da uno skip cacofonico dal titolo Alpha che introduce la brusca ritmica d’ingresso di Omega Point, brano che si sviluppa in un delirio di virtuosismo chitarristico. A questo punto il disco si avvia alla conclusione con Mintaka, brano molto più rock rispetto ai precedentemente ascoltati, con la batteria che cerca di mantenere i toni leggermente più stoner. L’ultima traccia del lavoro è Signs Of Time brano atipico, in cui voce e tastiere si fondono per creare un sound particolare, riconducibile alla lontana ai Muse, chiusura molto morbida per un disco che ha espresso sonorità ruvide e movimentate.
Così si conclude il secondo lavoro di The Outsider, un disco molto diverso dal precedente, molto più estremo e infuocato. Le radici metal di Andrea Cicala sono evidenti sia dal punto di vista musicale che vocale, è apprezzabile un miglioramento del cantato rispetto al precedente lavoro, per un artista in continua evoluzione.
TRACKLIST
1. Hadron Collider
2. Growth, Decay, Transformation
3. Paradox
4. Brane Implosion
5. Dead Star
6. Cellar Door
7. Part Of Us
8. Alpha
9. Omega Point
10. Mintaka
11. Signs Of Time