Serata totalmente dedicata alla musica priva di parole quella che va in scena al TMO (Teatro Mediterraneo Occupato) di Palermo, che vede come protagonisti i Forsqueak padroni di casa e gli Appaloosa da Livorno, band quest’ultima, che negli ultimi anni si è saputa imporre diventando una solida realtà del panorama indie rock nazionale.
La location è di quelle ad effetto, la fiera del mediterraneo infatti è da sempre il fiore all’occhiello della città e anche se negli ultimi anni è rimasta perlopiù inutilizzata e abbandonata a se stessa resta sempre un luogo significativo e la scelta di piazzare lo stage in uno dei padiglioni abbandonati del complesso crea un piacevole contrasto e una particolare atmosfera chic-underground. Va detto che il palco allestito è risultato azzeccato per dimensioni e qualità, sfruttando al massimo gli ampi spazi che il padiglione metteva a disposizione, un videoproiettore sparava immagini in sequenza sulla parete alle spalle della band, lo spettacolo di luci e immagini facilitava il compito dei musicisti.
In consueto ritardo da concerto fanno il loro ingresso sul palco i Forsqueak, la band fonde jazz, post rock, math rock e improvvisazione il tutto rigorosamente strumentale. I Forsqueak sono inoltre da poco usciti con il loro primo album omonimo per la label palermitana Almendra Music. Il gruppo si posiziona in orizzontale da sinistra, Sergio Schifano con la sua Fender Telecaster, accanto a lui al basso Luca La Russa e a proseguire Simone Sfameli che con la sua batteria si piazza praticamente al centro del palco rendendo la disposizione degli strumenti insolita; chiude la line up la chitarra di Bruno Pitruzzella. Nessuna presentazione per i Forsqueak che partono forte con quello che è certamente il loro pezzo più caratteristico, Lapis, caratterizzato da un riff di chitarra azzeccatissimo che si incolla alle orecchie e dal quale con difficoltà si riesce a liberarsi. L’esibizione prosegue con Kimkiduk brano dalla struttura molto complessa, con diversi cambi di ritmo. Il pubblico dimostra di apprezzare lo spettacolo fin qui offerto da una band dal sound raro. I Forsqueak proseguono il loro viaggio musicale con Da fare mido, 345 e Don dolando, chiudendo l’esibizione con Butwal e Settolto. Uno spettacolo di circa 40 minuti che dà modo ai Forsqueak di dimostrare ancora una volta la bontà del loro prodotto musicale, e la gran qualità delle loro performance dal vivo. Senza dubbio una delle più valide proposte musicali del momento e di sicuro un disco, il loro, da ascoltare assolutamente se si è amanti del genere.
Terminata l’esibizione della prima band il cambio palco viene eseguito in tempi brevi e ci si prepara ad ascoltare la band head-liner della serata, gli Appaloosa, band che nace nel 1998 e che vanta al suo attivo la bellezza di cinque album, ultimo tra questi è Trance44 appena uscito per la label Black Candy Records, che viene presentato proprio stasera con diversi brani. Gli Appaloosa sono Niccolò Mazzantini, Marco Zaninello, Dyami Young e Diego Ponte e si sono imposti sul mercato indipendente grazie al loro sound martellante, caratterizzato dalla presenta di due bassi, loop elettronici, drum machines e un batterista dalle ritmiche folli. Amigo mio è il primo pezzo che, come nel disco, introduce la band e il secondo pezzo Barabba (lu Re), da qui in poi i ritmi si faranno sempre più martellanti e animaleschi. Il sound primordiale degli Appaloosa continua con Deltoid, seguendo ancora la tracklist di Trance44. I brani vengono sempre accompagnati da loop elettronici lanciati dalla postazione di Dyami Young e portati all’estremo dalle terrificanti ritmiche di Marco Zaninello alla batteria. Segue Lattanzi che va a continuare la serie tratta da Trance44, serie che si rompe con Lulì e Civilizzare, due dei brani più famosi della band livornese. Ciompo Wonders vs Nellano è il pezzo che segue, tratto da The Worst of Saturday Night del 2012; il concerto prosegue su un’atmosfera tra il rave e il rock viscerale con Yuri, Irish e Non posso stare senza di te, brano che da il titolo al disco uscito nel 2005. Soltanto a questo punto Niccolò Mazzantini prende la parola al microfono (e siamo già a metà concerto!) per presentare la band e il disco annunciando la traccia successiva che è proprio
Trance44 che da il titolo all’ultima fatica del gruppo. Anche il pezzo seguente è tratto da Trance44, Polfer, introdotto da una ritmica in sedicesimi dalla batteria e sviluppata dai due bassi in maniera selvaggia, con Dyami che accompagna al synth. Il concerto si avvia alla conclusione, Calibriù è infatti l’ultimo pezzo al termine del quale la band svicola fuori dallo stage dopo un rapido saluto, un saluto un po troppo frettoloso che lascia il pubblico un po stranito ma voglioso di bis, gli Appaloosa non si fanno pregare e tornano sul palco bassi alla mano per eseguire Z, Metal alle Hawai e La Roby.
Si conclude così un concerto che ha un unico aggettivo ammissibile, BESTIALE! Bestiali le band, i Forsqueak con il loro sound ricercato e tecnico che lascia viaggiare con la mente chi li ascolta, e gli Appaloosa con la loro musica sporca, rumorosa e psichedelica con il pubblico che non riesce a stare fermo e si divide tra chi inizia ballare come si ballava a Woodstock e chi interpreta la loro musica con il classico Headbanging. Bestiale l’organizzazione, dallo stage bello a vedersi, agli ampi spazi e finendo al servizio cibo e bevande che non è mancato.
Una bella serata di musica,di buona musica!
SCALETTA FORSQUEAK
Intro
Lapis
Kimkiduk
Da fare Mido
345
Don Dolando
Butwal
Settolto
SCALETTA APPALOOSA
Amigo Mio
Barabba (Lu Re)
Deltoid
Lattanzi
Lulì
Civilizzare
Gelati
Ciompo Wonders vs Nellano
Yuri
Irish
Non posso stare senza di te
Trance 44
Polfer
Calibriù
Z
Metal alle Hawai
La Roby