Score
CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'
Conclusione : Delirante
Quando si incontrano tre menti brillanti e musicalmente malate nascono progetti come quello dei Preti Pedofili. L’anno è il 2011 e i nomi sono Andrea Strippoli, Enrico Romano e Francesco Strippoli, rispettivamente voce/chitarra e tastiere, basso/voce, e batteria. Lineup tra le più comuni, ma ascoltando il prodotto dei loro strumenti si comprende la complessità di ritmiche e deliri sonori che questi ragazzi riescono a tirare fuori, uniti a testi di straordinaria concezione ma di non immediato impatto.
I Preti Pedofili vedono l’uscita del disco a fine 2013 supportati da una squadra di etichette discografiche, tra le più nominate del panorama indie – rock nazionale. L’Age D’Or è il primo lavoro full-lenght della band e segue due precedenti lavori EP dal titolo Golem (novembre 2011) e Faust (luglio 2012) che la band ha messo a disposizione dei fan e dei curiosi in free download. Mentre nel marzo 2013 la band collabora con Nastenka aspetta un’altro per la realizzazione di uno split nel quale sono presenti l’inedito Cancro e la rivisitazione del brano C’est femme l’autre nom de dieu, brani che verranno inseriti anche in L’Age D’Or.
Il disco si apre con Iride, brano caratterizzato da una ritmica sostenuta e dalle voci di Andrea ed Enrico che si intrecciano fino a creare quel clima caotico che è la chiave di lettura del disco. In questo brano è presente una citazione di Fernando Pessoa tratto da Il Libro dell’inquietudine.
Il secondo brano è Mavis, che è anche il singolo scelto per diffondere il disco attraverso un video realizzato da Filippo Scaramuzzi e la Dead End Inc. Di questo brano colpisce particolarmente la parte finale di delirio melodico e vocale, “lascia aperta la porta tu che esci, lascia entrare quel suono, subdolo accattivante in pose squallide da mercante, viscido ripugnante infimo e sporco delirante, lo senti quel suono, lo sento quel suono, è l’uomo che annienta l’uomo”. Segue Self Made Man, brano tra i più melodici e introspettivi che si sviluppa in un’ambientazione lenta e inquieta con liriche deliranti e sonorità che si evolvono di continuo senza mai esplodere lasciando l’ascoltatore stordito. Con questo stato d’animo si collega perfettamente Cancro, uno dei brani in cui i Preti Pedofili esprimono al massimo i deliri incoscenti del loro essere. Melodie distorte e l’interpretazione di liriche assolutamente folli come: “il morso è molle, lo sguardo nevrotico, la mia bocca incancrenita dal sangue alieno, subirà rapide metamorfosi”, rendono questo brano un assoluto capolavoro del genere. Il brano che segue è Dies Irae, che mantiene le sonorità grezze e in qualche maniera sgangherate, per poi ricompattarsi nelle strofe cantate in modo solenne, come fosse un canto sacro. C’est Femme L’autre Nom De Dieu è pezzo che segue mantenendo invariate le sonorità fin’ora proposte e che contiene nel minuto finale uno spezzone tratto da un film d’epoca in lingua francese. Il disco prosegue con Vio-Lento e Begotten brani molto ossessivi dal punto di vista ritmico e lirico, e si avvia alla chiusura con Primo Sangue, brano atipico, quasi fuori genere rispetto al sound fin qui espresso, con batteria effettata in chiave elettronica, e synth, un brano che stona piacevolmente rispetto al complesso ruomoroso del disco. Il brano anticipa Hate, che chiude il disco in maniera quasi dolce, una sequenza di pianoforte e voci inquietanti con stonature azzeccate quì e là.
La conclusione è quella di un disco dalle sonorità decisamente singolari, i testi evidenziano una predisposizione al teatro e alla lirica, i concetti espressi profondi e dissestanti. il tutto unito da ritmiche eccellenti e abilità musicali fuori dalla media.
Senza dubbio tra le migliori proposte musicali dell’anno.
Tracklist
1. Iride
2. Mavis
3. Self Made Man
4. Cancro
5. Dies Irae
6. C’est Femme L’autre Nom De Dieu
7. Vio-Lento
8. Begotten
9. Primo Sangue
10. Hate