Boxerin Club: andare al concerto con il classico abbigliamento invernale e pentirsi di non aver messo almeno un paio di infradito, un costume o degli occhiali da sole.
Al di là della semplice ironia, la band romana, colpisce proprio per la capacità di mescolare elementi improbabili come fiati e percussioni con le classiche ritmiche indie-rock alla Maximo Park. Si può storcere il naso o semplicemente godersi il live, in base alla predisposizione verso certi tipi di sperimentazioni, ovviamente presupponendo il fatto che un preciso genere “indie-rock”, in realtà, non sia mai esistito.
Il Circolo degli Artisti sembra essere il posto giusto per questa serata con il suo pubblico variegato e la sua acustica predisposta per un certo tipo di sound. Ad aprire il concerto, gli eccezionali Wrong on you, ottima testimonianza di ricerca del suono, tra vocoder impazziti e chitarre trascinate, davvero una gran bella prova per un gruppo d’apertura.
Il tempo di far riempire la sala e si parte con i Boxerin Club e la presentazione del loro album Aloha Krakatoa, dell’etichetta Bomba Dischi, per l’occasione accompagnati anche da Andrea Fusacchia (sax), e Stefano Padoan (percussioni).
Apre le danze – in tutti i sensi – Bah Boh, pezzo d’apertura dell’album. Grande ritmo e buona tecnica d’esecuzione. La risposta del pubblico, numerosissimo, è notevole.
Hedgehogs, It Takes Two to Tango, Golden Nose e il singolo Caribbean Town scorrono veloci e creano un’ottima atmosfera esotica facendosi trascinare dai suoi irresistibili ritmi alla Vampire Weekend. Il rapporto con il pubblico è eccezionale (al di là delle pause ironiche che forse spezzano un po’ troppo il ritmo nella fase finale), ciò che colpisce molto è l’umiltà e l’approccio della band con gli strumenti, primitivo e convincente. I boxerin si divertono ed è palese. Una serata che sembra consacrare il futuro della band, richiesta con grandi applausi ed urla per un bis, forse inaspettato.
Senza strapparsi i capelli dall’euforia, si può affermare che i Boxerin siano una delle novità del 2014: degni di nota, o perlomeno apprezzabili per le loro varianti esotiche in un contesto spesso gelido.