Score
Concept
Artwork
Potenzialità
Conclusione : Bello

Amorte è qualcosa di diverso. Quello che chi scrive di musica emergente, aspetta di ascoltare per sorprendersi e poter andare a sfogliare il vocabolario per cercare quegli aggettivi positivi che non si usano più così spesso, ovviamente non stiamo parlando del capolavoro del secolo, ma di un lavoro polivalente e completo, realizzato con collaborazioni eccellenti ed in completa libertà.
IlVocifero è un progetto messo in piedi da Walter Somà, che ha voluto coinvolgere immediatamente Aldo Romano, cantante e poeta torinese, che da anni ha deciso di vivere da vagabondo. A questo duo si è unito Fabio Capalbo, batterista e noto regista di videoclip (Capossela e Verdena tra i suoi lavori) che, tramite la sua Niegazowana Records, è anche produttore.
Questa singolare formazione ha dato vita ad Amorte: dodici tracce che spaziano dal cantautorato voce e pianoforte, al Punk, alla No Wave, al Rock Classico. Il tutto arricchito dai fiati e dagli archi della Milano Chamber Orchestra, dall’Ensemble Vinaccia, dalle chitarre di Gionata Mirai, dalle voci di Dorina ed Edda.
I testi hanno una vita che risente delle influenze musicali, delle influenze del mondo intorno, sono chiari, nelle loro elaborazioni e composizioni musicali. Hanno il sapore di una libertà strana, quasi fatale, come in Il Gusto della Morte, come in Andrò Via, come nella commovente Il Mio Passo è un Sogno. Che inizia quasi con un ringhio, continua con una cadenza regolare e finisce in delirio con quegli archi e quegli urli paraculi che ti prendono dietro il collo. Amorte è esattamente come lo si legge, Amore e Morte sono intesi come una conseguenza, come una entità dalle due facce. E la voce di Aldo Romano racconta i due volti della medaglia. Alcuni andamenti vocali ricordano il primo Capovilla, a volte Monsieur Vincenzi, ma Aldo Romano ha qualcosa in più. Ha una voce rigorosa, composta e autorevole.
In una parola, grave.
E non nel senso musicale del termine.
Il nome IlVocifero, più che mormorio infondato, da più l’idea di un demone che a parole ti segna e ti disturba, ti costringe ad ascoltarlo. Da Escogitare un Dramma Fantastico, si può intuire che quello che verrà dopo, ti farà riflettere, ti farà intuire che tutto nasconde delle ombre, anche la luce più possente e durevole creerà un ombra che lei stessa non riuscirà ad illuminare, che l’amore, per quanto forte, tenderà sempre e comunque a consumarsi, a crearsi zone d’ombra. Lucyd è un pezzo forte, ma la presenza di Dorina, lo rende un po’ invero, come se la voce fosse stata messa sopra una traccia che non la prevedeva. Il Gusto della Morte, ha un gusto
newyorkese che ricorda spesso e volentieri James Chance & The Contorsions. Ma ogni traccia andrebbe citata per un motivo o per un altro, quindi vi rimandiamo direttamente ad ascoltarlo, nella maniera più assoluta, perché ogni traccia racchiude un lavoro, delle idee… Ecco il punto di tutto: questo disco racchiude delle idee, che sono diventate musica. Ha quel tipo di idea dietro, che lo fa arrivare in maniera quasi involontaria, a non sembrare un’opera “emergente”.
Siamo rimasti sorpresi di questo album, per la forza e per la qualità generale. Sia compositiva, che esecutiva, con i generi che si mischiano e si amalgamano senza dare mai l’idea di confusione, ma di ricercatezza.
Il risultato finale è ottimo, degno di nota, davvero. Forse è il disco dell’anno. Sicuramente è il disco del mese, secondo chi scrive.
Tracklist:
1. Escogitare un dramma fantastico
2. Lucyd
3. Blue e amo
4. Il gusto della morte
5. Alito
6. Scagliati
7. Persona plurale
8. Ultime parole
9. Andrò via
10. Nastro solare
11. Non nel tempo né nel mondo
12. Il mio passo è un sogno
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