Score
CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'
Conclusione : Fremente
Esafase è la capacità di pensare in termini di sonorità la propria visione di fare musica e di distribuirla poi materialmente attraverso le ultime funzionalità multimediali. Il progetto Esafase nasce nel gennaio del 2012 da un’idea di Francesco Mattaioli (basso), Emanuele De Marzi (voce) ed un I-Phone.
Partendo dalla sua stessa idea artistica, Esafase, vuole tracciare un’ ipotetica relazione tra sfera emotiva e ragione applicata, richiamando a sè metodi d’analisi scientifica, come per l’appunto i dispositivi di rilevazione della tensione nei circuiti elettrici; la fisica e, la tensione andrenalinica, la carica emozionale che ne deriva dalla distribuzione delle onde sonore. Connotando queste come forma d’energìa che si propagano nello spazio circostante.
Graficamente, il lavoro si presenta con una copertina bianca. Quasi a voler suggerire, per chi l’ammira, la possibilità di evocare un ulteriore valore dell’elemento cromatico. In fisica, un oggetto quando viene portato ad elevate temperature, raggiunge un livello di tensione tale da fargli emettere radiazioni luminose e ad assumere di conseguenza tonalità incandescenti, bianche. In acustica, quando le frequenze sonore si sovrappongono l’una sull’altra si ottiene una pressione di un’intensità sonora acuta, tanto da far emettere un rumore stridente che se potesse essere rappresentato, sarebbe raffigurato con il colore contenente tutte le diffrazioni cromatiche, il bianco. Questa tendenza al multicromatismo sonoro è già rintracciabile sin dall’apertura dell’Ep con i riff di chitarra tapping riconducibili ai motivi di Discovery, dei Daft Punk ed armonicamente nella capacità degli stessi di calibrare pad di tastiere sperimentali.
Esafase nel complesso si presenta orecchiabile ed esplorativo, innovativo e al contempo, patinato di influenze sonore provenienti da frequenze elettro-pop come Daft Punk, Bluvertigo e ancora più in particolare dalla personalità singola di Morgan. Anzi, di questo se ne avverte la vicinanza anche nel registro comunicativo a tratti decadente, esteta nell’utilizzo di parole dalla forma esteriore più bella e, a tratti invece più scorrevoli, più d’uso comune come accade nell’introduttiva Vivo(?). Modello lessicale che richiama a sè la linguistica testuale dell’autore pop italiano.
Delle scelte stilistiche di questo se ne vuole acquisire anche l’interpretazione riflessiva, sospesa, discendente e a tratti distorta dei versi. Resi cibernetici e robotici, per un riuscito bilanciamento tra suoni campionati e metallici. Filtrati con un effetto vocoder come per dare l’impressione che essi sìano redatti da un elaboratore elettronico.
Anche per l’inserimento di queste distorsioni vocali la matrice elettronica dei Bluvertigo sembra poter incidere molto sulla realizzazione delle tracks ed entrando ancora più nel dettaglio dell’elemento ispiratore, la trilogìa chimica e più in particolare l’estratto Sono=sono, del 1999, sìa per la fluidità, sìa per l’ibridazione del sound, sìa per il climax decadente sul brano Vivo (?), può esserne a tutti gli effetti la deriva. Parallelamente al riferimento Bluvertigo, potremmo menzionare un’altra formazione alternative-pop italiana, i Subsonica.
Di questi Esafase ne riconosce l’influenza sulle ritmiche drum’n’bass, la continuità ritmico-percussiva, le progressioni armoniche e i vortici dei loop intenti a creare una space music virtuale. Un ideale tappeto sonoro dei videogioco nintendo, di cui nel brano 8-bit se ne vuole ricordare un tempo della giovinezza – annoiata- trascorso.
Di questo testo, analizzandone come per il citato Vivo(?) il contenuto tematico, si potrebbe avvertire l’influsso che ha avuto la canzone di Marco Castoldi, in arte Morgan sull’aspetto concettuale di tutto il progetto.
Come accade nella discografia del cantautore, o forse sarebbe meglio dire “accadeva” – più in passato con l’esperienza trascorsa dei Bluvertigo – ed analogamente anche nelle produzioni dei Subsonica dove si riusciva a trovare un punto d’incontro tra scienza e mondo Interiore, anche qui abbiamo degli elementi che possono aiutarci ad accrescere la consapevolezza del significato intrinseco del modo d’interagire da parte di un essere umano con un ambiente tridimensionale che raccoglie, incorpora, taglia, assembla, (ri)elabora i dati e i concetti della realtà quotidiana, riproponendone a sua volta un’altra: artificiale, virtuale, sintetica.
Come ci si riferisce in entrambi i testi dei pezzi già menzionati, dall’interazione e la simbiosi tra l’uomo e le forme di vita tecnologica e l’immersione nell’ambiente virtuale ne avremmo sempre una ripercussione esistenziale, che può rivoltarsi soltanto in una crisi e in uno stravolgimento del sistema dei valori e una conseguente proiezione di una vita irreale; inettitudine, noia, apatìa di vivere e incapacità di impegnarsi in attività che non riguardino altro dallo svago virtuale o sensazionale.
Di queste forme di malessere ne avremmo immaginarie manifestazioni in atteggiamenti provocatori come il confluire in una rissa per parare alla noia esistenziale o, «di sensazionale distacco dalla realtà» come l’indossare degli ipotetici tacchi a spillo. Oppure ancora, di rifiuto ed estraneità verso l’attuale modo di pensare la realtà sociale e di scegliere pertanto di appartenere a modi di essere non conformi al collettivismo sociale. E preferire piuttosto d’identificarsi in comunità chiuse, introverse, isolate come l’ipotetico circuito dei Punkabbestia. Traccia che chiude il mini-album e che, grazie al suo groove propone un nuovo modo di scrivere ritmo. Esafase è ascoltabile su Soundcloud.
Del circuito elettrico a sei fasi ne fanno parte oltre ad Emanuele e Francesco, Aurora di Rocco (batteria), Roberto De Alessandris (chitarre), l’incognita identità di Asettico (tastiere, programmazioni e rumori) e Federico Facchini (programmazione video).