Basta poco, a volte, per essere felici. A volte, però, c’è bisogno di qualcosa di più grande, anche più grande di noi, qualcosa che viene dal passato e “Ciò che non doveva accadere, accade”. Il concerto dei CSI.
Frammenti, festival composto di quattro eventi, a Frascati ed organizzato dall’associazione culturale Semintesta, propone per la sua serata di apertura il concerto di ciò che sono i “reduci” del Consorzio Suonatori Indipendenti: con Zamboni, Maroccolo, Canali e Magnelli, del nucleo originale, con Angela Baraldi a fare le veci di Ginevra e Giovanni Lindo. I reduci di una lotta durata 30 anni, che ha portato i CCCP a nascere durante l’era del muro di Berlino e i C.S.I. a nascere dopo la caduta di esso. La stessa storia che portò la fine di un’era. La stessa storia che non si sarebbe dovuta ripetere e che si ripete. Non è nostalgia politica del passato, è la nostalgia di un presente in cui i troppi pretesti per combattere, ci hanno separato. Non è un concerto nostalgico, non è un reflusso di emozioni, è qualcosa di vivo, di attuale, di mai morto, che si era solo assopito. I CSI sono qui per far capire che loro non si sono mai arresi, che è possibile essere ancora presenti nonostante il passato. Sul palco sembrano il risultato di una Jam Session in un locale di provincia. Ognuno con un vestiario diverso, ognuno con il suo passato prossimo diverso dall’altro: chi con una bottiglia di gin, chi sembra un impiegato delle poste, chi sembra pronto per il barbeque della domenica, ma è solo l’immagine degli occhi del pubblico, la realtà artistica è un’altra. E’ fatta di sorrisi, smorfie, urla, sguardi d’intesa, sigarette passate di mano in mano. E’ la cristallizzazione di un presente che dura da decadi, ormai. Che rimarrà altrettanto a lungo, si spera.
L’allestimento nel Parco di Villa Sciarra è perfetto, dove ogni area ha il suo spazio che non invade quello altrui. Frammenti rimane, con 13 anni di storia alle spalle, l’evento più importante dei Casteli Romani, con i volontari di Semintesta a gestire qualcosa che altre persone avrebbero fatto in cambio di centinaia di euro. L’entusiasmo che si respira è raro da trovare in altri festival, in questa epoca, per lo meno.
L’apertura è ad opera dei Twiggy è morta, che per fortuna, non sono l’evento più spiacevole della serata, secondo il parere di chi scrive, con ospiti sul palco importanti, come Ilenia Volpe. L’esibizione è carismatica, ma risulta troppo spesso la macchietta di altri gruppi più affermati, come il Teatro degli Orrori ed il risultato è tanto rumore e poca sostanza. Ma tutti hanno il diritto di una seconda possibilità, quindi mai dire mai.
I CSI salgono sul palco, per un momento la Baraldi esita, ma è più il pubblico esperto ad esitare, la sua è la responsabilità più grande, perchè le parole dei CSI sono importanti. Non sfigura, non trascende, non va mai oltre i suoi limite e, soprattutto, non civetta i suoi predecessori. Le parole sono sentite, tangibili e le parole di canzoni come A Tratti, come Linea Gotica, arrivano secche e precise. I microfoni dei due coristi d’eccezione, Zamboni e Canali, fanno i capricci, ben poco male, quando Canali urla, scostando il microfono e facendosi sentire fino alla campagna emiliana o quando Maroccolo al limite del Larsen canta una delicata Depressione Caspica. C’è spazio anche per quello che c’era prima: Annarella, Emilia Paranoica, per citarne due. Il sentimento che ci mettono loro non ha eguali, in Italia, chi scrive sa bene che tutta questa recensione potrebbe sembrare niente più che una sviolinata, ma è così che è stato vissuto. Dopo anni e anni di pausa, dopo aver visto tutti quelli sul palco cimentarsi in altro, trovare qualcosa di così remoto da non sembrare futuribile non è facile. Non è stata una reunion, non doveva accadere, come ha detto Zamboni ed invece è accaduto lo stesso.
Purtroppo la madre degli stronzi e sempre incinta e mentre i fonici si apprestavano a smontare il palco, un uomo in cravatta è salito sul palco, rubando il quaderno rosso di Angela Baraldi. L’assenza della sicurezza sotto il palco ha causato questo spiacente episodio e chi ha scavalcato le transenne non ha, forse, la benchè minima idea di ciò che significa privare un’artista dei suoi strumenti, che sia solo un quaderno in cui ci sono i testi, i passaggi, gli scarabocchi a richiamare questa o quella interpretazione.
Il concerto del 5 Settembre, a Frascati, per Frammenti di Semintesta rimarrà nella storia della rassegna, nonostante tutto.
Setlist:
A Tratti
Forma e Sostanza
In viaggio
Unità di Produzione
Maciste/Finistèrre
Del Mondo
Guardali negli occhi
Linea Gotica
Blu
Narko’s
Annarella
Depressione Caspica
Danza
———
Irata
Cupe Vampe
Emilia Paranoica
Celluloide