“Non può piovere per sempre” così diceva il protagonista nel film “The Crow”, ma non sembra essere questo il caso. Infatti quest’anno il mal tempo tormenta continuamente la capitale nonostante siamo a luglio inoltrato, piove così tanto da costringere gli organizzatori della rassegna Ausgang a spostare i concerti dallo splendido palco de La Citta dell’Altra Economia a un luogo al chiuso. Ecco perchè questa sera ci troviamo all’Angelo Mai Altrove. Pur trattandosi di un ottima location la temperatura estiva si fa sentire ben prima dell’inizio del concerto. Nonostante ciò la gente non manca e man mano che ci avviciniamo all’ora d’inizio del concerto la sala si riempie. Apre la serata il cantante romano Tommaso Di Giulio. Classe 1986, ha iniziato a prendere dimestichezza con il palco già alla tenera età di quindici anni con un gruppo di compagni di liceo che lo invitarono a cantare in una band rockabilly. Questa sera però si presenta da solo senza accompagnamenti, ma il suo semplice stare sul palco contribuisce alla creazione di una confortevole atmosfera confidenziale, come quando dei vecchi amici si ritrovano per una cena tranquilla in casa.
Le melodie accattivanti e i testi arguti delle canzoni acquistano fattezze più eleganti senza essere mai snaturate. Il risultato all’ascolto è molto piacevole e di sicuro appeal su un pubblico trasversale. Tommaso è un poliedrico artista tutto da apprezzare per la varietà dei generi musicali intrecciati tra le corde della sua chitarra e tenuti insieme da un filo conduttore che rappresenta il suo stile personale. Nonostante la chitarra acustica è tutto quello che ha, Tommaso sul palco riesce a tenere su di se con simpatia e talento l’attenzione del pubblico. Però è inutile negare che bisogna ascoltare il suo disco con tutte le sonorità al completo per apprezzare davvero il potenziale di questo giovane artista.
La serata è appena cominciata, ma già dopo l’esibizione di Tommaso Di Giulio, la temperatura è alle stelle. Sarà lo stesso Giovanni Gulino cantante e fortman dei Marta Sui Tubi ad ammettere il caldo infernale, ma al tempo stesso ringrazia tutto il pubblico per essere qui questa sera. Il concerto inizia con Il Primo Volo brano proveniente dall’ultimo lavoro della band. A ogni concerto dei Marta non si smette mai di essere stupiti dalla voce di Giovanni, spesso accostata all’ineguagliabile ugola di Demetrio Stratos. È un strumento a parte, rapidissima a passare tra i giochi di scioglilingua e l’urlo punk! Proprio in canzoni come Grandine che nei cori del ritornello si fanno sentire le doti canore del cantante siciliano. Cristiana, il loro primo singolo, è tra i brani più belli che hanno saputo scrivere: ironica, leggera ma con un finale di intenso impatto emotivo. Sempre dall’ultimo album altro brano degno di nota è Tre, preceduta da un simpatico “colloquio” tra Giovanni, che pone domande sulle esperienze sessuali dei presenti in sala e il pubblico stesso che risponde. Il brano è un invito a non vergognarsi delle fantasie erotiche e dei propri orientamenti sessuali nascosti e soppressi per paura del giudizio altrui, perchè infondo a letto ognuno è libero di fare quel che vuole. Tre è un brano perfetto per i live, un punk blues introdotto da un assolo di batteria dal forte eco, al quale segue una languida chitarra old blues ed un cantato impostato. Nel bis è presente anche una cover di Disperato Erotico Stomp, omaggio al maestro Lucio Dalla. Il live si conclude con Vorrei, canzone di forte impatto emotivo e con una cura particolare negli arrangiamenti e del testo. Nonostante la loro comparsa al festival di Sanremo i Marta continuano il loro percorso nel mondo della musica indipendente la dove sono nati e cresciuti. La verità è che Sanremo o non Sanremo i Marta Sui Tubi hanno imparato a scrivere canzoni. Che siano d’amore o di odio, dinamiche o statiche, di bellezza o di brutture, le sanno fare sempre con poesia e senza mai essere banali.