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Bruno Cavicchini – Overtones EP (Videoradio, 2013) di Simone Pilotti

Il curriculum di un chitarrista che ha suonato con musicisti del calibro di Ian Paice, batterista dei Deep Purple, o Dave Pegg, bassista storico dei Jethro Tull e dei Fairport Convention, o ancora Jonathan Noyce, collaboratore di Gary Moore, parla da sè. Bruno Cavicchini, infatti, nel suo nuovo Ep Overtones, padroneggia alla perfezione la sua (le sue, probabilmente) Fender, plasmando riff e assoli in serie, con richiami agli stili più svariati: dal rock duro degli ZZ Top fino alla tecnica sopraffina di Jeff Beck. Purtroppo, però, da questa fatica discografica non emerge nient'altro, se non la capacità indiscutibile di…

Score

CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'

Conclusione : Monocorde

Voto Utenti : 3.95 ( 2 voti)
519ARM+tRiL._SL500_AA280_Il curriculum di un chitarrista che ha suonato con musicisti del calibro di Ian Paice, batterista dei Deep Purple, o Dave Pegg, bassista storico dei Jethro Tull e dei Fairport Convention, o ancora Jonathan Noyce, collaboratore di Gary Moore, parla da sè. Bruno Cavicchini, infatti, nel suo nuovo Ep Overtones, padroneggia alla perfezione la sua (le sue, probabilmente) Fender, plasmando riff e assoli in serie, con richiami agli stili più svariati: dal rock duro degli ZZ Top fino alla tecnica sopraffina di Jeff Beck. Purtroppo, però, da questa fatica discografica non emerge nient’altro, se non la capacità indiscutibile di dominare la chitarra; la composizione è fiacca, non arriva mai una sferzata nell’intensità o nella trama del disco, e spesso ci si imbatte nella ripetitività degli schemi utilizzati.
Overtones è il seguito naturale del genere affrontato da Cavicchini negli studi in svariate accademie italiane e nei progetti intrapresi fin dagli anni ’90 (diversi gruppi heavy-rock in cui era protagonista o le tribute bands in cui milita tutt’ora). Le sonorità guitar-rock appaiono nette fin dalla prima traccia Here And Beyond dove un arpeggio gradevole accompagna la melodia della chitarra, in una composizione tipica del rock italiano. Floating Mons e Serenity si basano su riff e atmosfere decisamente anacronistici sui quali si sviluppano assolo di Cavicchini che, pur eseguiti con uno stile perfetto, risultano prevedibili e in alcun modo incisivi. Il saliscendi dell’assolo di Fallocaster, tipico di Van Halen, che scoppia su una struttura solida e decisa, e il brano di chiusura Hazy Days, unico pezzo cantato dell’Ep, basato su atmosfere tipicamente eighties, sembrano essere un’ottima partenza per un sussulto o una variazione, che invece non arriva mai. La traccia migliore dell’Ep è sicuramente Duckman, ovvero un blues-rock agile e piacevole, intervallato da un funky vivace, che si sviluppa da un inizio psichedelico, nel quale Cavicchini gioca con gli effetti della sua chitarra accompagnato perfettamente dalla batteria.
Dai trenta minuti abbondanti di Overtones, dunque, non scaturisce nè la potenza che era il punto di forza di chitarristi come Van Halen o Satriani (indiscussi modelli artistici di Cavicchini) nè la finezza nelle trame di altri maestri delle sei corde quali Gary Moore o Jeff Beck. Le sonorità che si susseguono, anche se supportate da un ottimo stile e una perfetta esecuzione, risultano spesso monotone e prive di guizzi penetranti. Questo è quindi un Ep che può essere apprezzato dai seguaci del guitar-rock basato sui virtuosismi dei chitarristi e sull’energia della chitarra, o dagli amanti delle schitarrate anni ’80. Ma è, altresì, un’opera trascurabile, se in una composizione si cercano l’innovazione, la genialità, il carattere o dei lampi artistici.

Tracklist:
1. Here and beyond
2. Floating moons
3. Duckman
4. Serenity
5. Fallocaster
6. Hazy days


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Simone Pilotti

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