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Antony and the Johnsons @ Auditorium Parco della musica (Testo di Stefano Capolongo, foto di Emanuela Bonetti)

9189120253_587a221bdd_cLuglio SOGNA bene. E’ proprio questo ciò che i fortunati presenti all’Auditorium Parco della Musica hanno potuto fare stasera: sognare. Sul palco un nome di rilevanza internazionale come quello di Antony and the Johnsons che arriva a Roma con uno spettacolo che è più di un normale concerto. “She’s so blue” è infatti un’esperienza quasi mistica, quasi due ore di live in cui Antony Hegarty propone cover della tradizione americana e inglese intervallate da alcuni suoi classici, il tutto guidato da una band di altissimo livello capitanata dal maestro Steve Bernstein. Si va dall’indimenticata Billie Holiday allo sperimentale Oneohtrix point never passando per le Marvelettes e Leonard Cohen: tutto ciò da l’idea che la scaletta sia composta di brani che hanno avuto un profondo significato nella vita dell’artista e riarrangiati per sposare alla perfezione il suo stile. Nelle pause dei brani, infatti, Hegarty ama rendere partecipe il pubblico della sua visione del mondo parlando di temi importanti come il cancro della misoginia (elevando a divinità la figura della donna) o il dramma dei bambini senza genitori in ogni parte del mondo sciogliendo il tutto in brani come Motherless childChild of god. Il cantato di Hegarty è, come sempre, perfetto ed etereo e non è lavoro da poco 9189120061_3986340f2d_cper la band accompagnare tale sublimazione nelle sue salite e discese, nei suoi pieni e vuoti, nelle sue tinte più brillanti e in quelle più fosche, specie se vengono eseguiti pezzi ostici come Returnal I will survive. Tuttavia la sfida non mette in difficoltà un ensemble di musicisti così esperti (Julian Joseph al piano e organo, Douglas Wieselman al clarinetto e sax tenore, Renaud-Gabriel Pion al clarinetto e sax baritono, Leo Abrahams alla chitarra, Bradley Jones al basso, Kenny Wollesen alla batteria oltre al già citato Steve Bernstein al trombone) che riesce a sorreggere brillantemente il flow creato dal cantante, accompagnando non solo la voce ma ogni suo gesto, inchino, sguardo e  variazione.
Interessante la risposta del pubblico romano che ha gremito gli spalti quasi in plenaria e ha saputo mostrare di apprezzare un’artista istrionico e non certo easy listening, regalandogli anche un “Antony I love you!” proferito dalla platea. Impossibile non menzionare il lunghissimo applauso che ha seguito Cut the world, dopo la quale un divertito Hegarty rispondeva: “Ah, you’ve liked that one!”
Una serata perfetta che ha avuto i contorni del grande evento e, ci piace pensare, che anche quelle pittoresche frotte di gabbiani che volavano silenziosi sulle nostre teste siano accorsi lì per assistere a tale spettacolo.

Un ringraziamento all’Auditorium Parco della Musica per averci ospitato durante questo evento
Per le foto si ringrazia ©Emanuela Vh. Bonetti per OcaNera Rock

Setlist:

For all we know (Billie Holiday)9191918740_54610bfa44_c
Returnal (Oneohtrix Point Never)
Child of god (Millie Jackson)
Cripple and the starfish
As tears go by (Marianne Faithfull)
Your precious love (Otis Redding)
Dream (Donnie Hathaway)
Cut the world
Cruel mother (Shirley Collins)
I will survive (Gloria Gaynor)
You are my sister
Motherless child (Jimmy Scott)
Someday someday (The Marvelettes)
If it be your will (Leonard Cohen)

Candy says (Velvet Underground)


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Stefano Capolongo

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